Due piccole obiezioni a Massimo D’Alema

Il Fatto quotidiano ha pubblicato il testo di parte di un’intervista di Alan Friedman a Massimo D’Alema. La conversazione, “nella sua tenuta umbra di Otricoli, è stata registrata il 20 agosto 2013″. D’Alema è come sempre molto godibile e stimolante alla lettura, ma due obiezioni, piccole piccole, possono sorgere spontanee. Eccole.

Dice D’Alema: “Finché il paese è stato guidato dai partiti, è cresciuto”.

Già, ma è stato guidato da un partito (in particolare) che non era il suo, che non era il Pci. Dunque quello di D’Alema è un elogio della Democrazia cristiana e del suo principale alleato, il Partito socialista italiano?

Dice D’Alema: “Noi siamo un Paese nel quale se io voglio, posso finanziare la chiesa degli avventisti del settimo giorno e non il mio partito? Ci sarà un sistema?”.

Perché uscire di casa, fare quattro passi, andare alla sede del proprio partito (preferito) e staccare un assegno e prendere una ricevuta è proprio così difficile e impossibile, nel nostro paese?