La parola magica “speculazione”

Ora che sotto pressione, come ha detto l’ad di Intesa Sanpaolo, Corrado Passera, è l’euro, per colpa delle debolezze della Grecia, si torna a parlare di “speculazione”. Insomma, ogni volta che i mercati hanno paura o fanno paura ad alcuni paesi europei, torna a serpeggiare il sospetto della “speculazione” che ce l’avrebbe con l’euro e la sua forza. Ma non è strano che di speculazioni si parli ora, ma non se ne parlasse quando a soffrire erano gli Stati Uniti e il dollaro? Quando i problemi stanno in America, sono problemi. Quando i problemi stanno in Europa, è la cattiva speculazione americana che ha preso di mira noi. Due pesi e due misure? La versione finanziaria della presunta superiorità europea? E poi da che punto di vista?
A me questo atteggiamento non convince. Perché intanto nell’economia globale siamo tutti nella stessa barca, o quasi. E certo la “speculazione”, se c’è, non risparmia nessuno. In più ci sono le solite differenze: l’economia americana è più reattiva, a salire come a scendere, quella europea è più lenta, in entrambe le direzioni. Quindi per noi arrivano ora, quando gli americani iniziano a essere più ottimisti. Ma accusare “la speculazione”, parola magica per allontanare le riforme, è un modo per non vedere i malanni delle nostre economie e per non pensare alle cure.