Lady Gaga twitta con Harry Reid, ma le prime pagine dei Tea Party preoccupano Karl Rove

Lady Gaga twitta con Harry Reid, ma le prime pagine dei Tea Party preoccupano Karl Rove

Lady Gaga twitta con i parlamentari, anzi twitta con il capo della maggioranza al Senato, Harry Reid, sull’imminente votazione riguardo al principio “don’t ask don’t tell” introdotto per gli omosessuali che prestano servizio nell’esercito americano, mentre i Tea Party conquistano le prime pagine del New York Times, del Washington Post e del Wall Street Journal. Sono otto i candidati sostenuti dai Tea Party che hanno battuto i repubblicani sostenuti dal cuore tradizionale del partito in questa tornata di primarie per mid-term. Sia Christine O’Donnell, vincitrice in Delaware nella gara per candidarsi al Senato, sia Carl P. Paladino, vincitore a New York contro Rick Lazio per candidarsi a governatore, hanno subito parlato del “popolo”. La prima ha detto: “Non sottovalutate mai il potere di ‘we the people'”. Il secondo ha spiegato: “E’ una rivoluzione del popolo”. Pero’ tutti parlano di queste vittorie come di un grosso problema per i repubblicani, che con candidati divisi, se non estremi, rischiano di vedere assottigliarsi le loro possibilita’ di conquistare la maggioranza al Senato. Lo dice e lo spiega anche Karl Rove, the architech delle vittorie di George W. Bush: “There’s just a lot of nutty things she’s been saying that just simply don’t add up,” Karl Rove, the Republican strategist, said in a television interview on Fox News. “I’m for the Republican, but I’ve got to tell you, we were looking at eight to nine seats in the Senate. We’re now looking at seven to eight. In my opinion, this is not a race we’re going to be able to win”.

Ps. Altro tema, oltre al ribollire di vecchio e nuovo, di moderazione e rivoluzione, all’interno del Gop, e’ quello del potere della demonizzazione. Pare che anche in America funzioni male. Anche i populismi si sconfiggono con la forza delle idee e delle innovazioni piuttosto che con gli anatemi. O no?