La telefonata di Bossi a Maroni dimostra due cose

Un giorno dopo aver detto: "Maroni non è contento? Non è che per questo ci mettiamo a piangere" e poche ore dopo aver deciso uno strano divieto di comizio per e con lo stesso ex ministro dell'Interno, il leader della Lega Umberto Bossi ha telefonato a Roberto Maroni e – spiegano gli interessati – c'è stata stata una sorta di chiarimento: nessun divieto, più o meno pace ai vertici della Lega.

Certo, la tensione resta tutta. Ma il gesto del Senatur, diciamo pure il ripensamento, dimostra essenzialmente due cose. La prima: Bossi è molto più saggio di quanto non sembri e di quanto non sia stato Silvio Berlusconi nei confronti di Gianfranco Fini in analoghe circostanze. La seconda: Maroni è molto più forte nella Lega di quanto non sembri e di quanto non fosse Gianfranco Fini nel Popolo della libertà.

Ps. Comunque più che una pace è semplicemente una tregua.

  • casale |

    Non pensino i detrattori che in questa fase di rigenerazione leghista che l’obiettivo dell’indipendenza del NORD venga accantonato…..anzi si ripartira con nuove energie e con l’aggiunta di un pizzico di cattiveria ( che non guasta in politica ) per raggiungere lo scopo.

  • adriano 4 |

    il partito deve essere guidato da menti aperte , veloci , machiavelliche pronte nell’ afferrare le opportunita’ che sfuggono agli altri del clan leghista

  • adriano 4 |

    la superiorita’e serieta’ di Maroni da ministro degli interni ha oscurato tutti gli altri ministri leghisti portando invidie pericolose consigliate dal quel sottobosco di parassiti che li circonda

  • mario |

    Bossi è attirato dal meccanismo monarco-burocratico di Monti e ovviamente come tutti i re non vuole successori nel suo regno. Ma tutte le volte che Bossi si è avvicinato al trono di monarca del regno lognobardo-padano, è avvenuto qualcosa che lo ha riportato a contatto con il popolo che in fondo è la sua salvezza politica.
    La realtà è che Maroni ha una lucidità politica estrema sopratutto in questa finestra temporale e ha capito benissimo che la manovra di Monti è tutt’altro che a favore della gente del nord sopratutto dei più giovani ma mira ad acuire il tanto odiato rapporto tra il nord e Roma.
    Monti riapre vecchie ferite e solletica Bossi sul suo prurito mentale che è sempre stato quello di salire su di un trono di sistema burocratico, un gioco sottile nel quale Maroni non ci è cascato, forse perchè non gli è stato offerto alcun posto nel psudo-salotto buono della politica di alto livello bruxelliano.

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