Truman – Senna allo stato puro

Piangeremo per un
documentario, ma non piangeremo alla fine, anche se si parla di Senna e la fine
è nota pure a chi non segue la Formula 1, piangeremo durante, scoprendo che
nello sport, come nella vita, tutto è la relazione con qualcuno: se stessi, il
rivale Alain Prost, il dottore amico, Dio. Con il Gran Premio d’Italia, questa
sera arriva in prima tv da noi su Studio Universal (Mediaset Premium) “Senna”,
il film diretto da Asif Kapadia. Ha vinto premi come documentario, è un romanzo
cinematografico ed esistenziale, con immagini e sonori rubati dagli archivi dei
motori e strappati al clamore del circo motoristico sponsorizzato, con rumori
che vengono da un altro mondo, dalla pancia delle macchine e dei piloti, e alla
velocità della luce. E che bello quell’effetto nebbia delle vecchie immagini
puntinate che fin dall’inizio ammanta il tutto di epica.

Il Senna delle grandi rimonte
era esattamente quello che lui stesso diceva del suo primo compagno di kart:
“Guida allo stato puro, gara allo stato puro. Non c’erano né soldi né politica.
Era competizione pura”. La ricerca della purezza è forse ciò che ha fatto dire
a Lucio Dalla in una bella canzone che Senna in fondo ha accettato il richiamo
di Dio a far tornare almeno un po’ indietro il suo mondo. Un martirio.

I volti del Senna concentrato
sono le mille gradazioni della saudade, ma “quando mi capitano dei problemi
guardo sempre avanti”. Nessun attore avrebbe mai saputo interpretare quegli
sguardi di sbieco tra Senna e Prost, nessuno sceneggiatore avrebbe mai saputo
dipingere meglio il contrasto tra la fede e la ragione. Nello sport, certo,
solo nello sport, ma allora perché i bambini più piccoli, prima ancora del
pallone, dicono “brum brum”? “Solo perché credo in Dio non significa che sia
immortale, ho paura come tutti gli altri”. La rivalità tra campioni è il
segreto del successo della Formula 1, ma qui ci sono le relazioni tra persone,
idee, rivoluzioni interiori. Quella mattina “aprì la Bibbia e lesse un passo,
c’era scritto che quel giorno Dio gli avrebbe fatto il dono più bello di tutti,
cioè Dio stesso”.

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