Il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, sta riuscendo a ritagliarsi un ruolo (politico) particolare, anche se defilato, e con qualche prospettiva futura abbastanza significativa, sempre che le condizioni e un schema di gioco buono, applicato con disciplina tattica, portino al successo della sua (possibile) strategia.
Sostenendo a distanza e senza correre in prima persona la lista di Mario Monti, Passera non ha rotto con l'attuale premier, ma non candidandosi e spiegando la scelta di defilarsi con la delusione perché era stata per il momento scartata la via più ambiziosa del partito nuovo e unico, un po' come Matteo Renzi dall'altra parte, ora si ritrova a essere la riserva possibile, la leadership alternativa, quello che potrà dire: "Ve l'avevo detto che si poteva e si doveva osare di più".
Insomma, Passera potrà proporsi come esponente utile e adatto per il rilancio post voto dello schieramento di centro e dunque in futuro, anche per ragioni anagrafiche, come possibile leader di un nuovo centrodestra postberlusconiano.
Inoltre, avendo partecipato a iniziative come VeDrò, la kermesse annuale (e trasversale) organizzata da Enrico Letta, Passera ha da sempre buoni rapporti anche con una buona fetta del centrosinistra, a parte qualche increspatura di peso con il mondo debenedettiano, dovuta a rapporti professionali del passato.
Partecipando poi agli Stati generali del Nord, organizzati alcuni mesi fa dalla nuova Lega nord di Roberto Maroni, Passera è riuscito a farsi ben volere perfino dalle nuove leve del movimento padano, quelle che pensano che Giulio Tremonti sia comunque un po' troppo legato alla stagione del centrodestra berlusconiano per essere un candidato premier spendibile in futuro.
Ecco perché il sindaco di Verona, Flavio Tosi, maroniano indipendente, tanto che si può iniziare a dire che molti maroniani e in fondo anche lo stesso Maroni siano in realtà tosiani, ha ribadito parlando a Radio 24 l’idea di candidare Passera: “Il candidato premier dovrebbe essere una persona al di sopra delle parti, che abbia credibilità e che abbia avuto un percorso coerente. Io ho fatto il nome di Corrado Passera, perché mi pare che abbia questo tipo di profilo. Non è berlusconiano? – ha detto Tosi -. Non è che sia una colpa grave. E se Berlusconi non lo accetta rispondo: quando si ragiona sul bene comune bisogna individuare qual è la soluzione migliore per il Paese. E la soluzione migliore per il paese non è detto che sia quella che a te piace di più”.