Nuovi giornalismi? Intanto Andrea Marinelli ce l’ha fatta e parte

Ecco, per esempio, Andrea Marinelli (qui lo si può ascoltare su Radio 24 con Mario Platero) ce l'ha fatta: ha raccolto su kapipal (cioè qui) la cifra giusta per partire con la sua inchiesta su come è cambiata l'opinione pubblica degli statunitensi nei confronti dell'omosessualità nell'anno in cui sul tema e sulle relative unioni si pronuncerà la Corte suprema.

Non è la prima volta, per Marinelli: "Nel 2012 ha seguito le elezioni americane in giro per gli Stati Uniti, grazie a un crowdfunding e al couchsurfing. Su questa esperienza ha scritto un libro, L'ospite (CreateSpace, 2012)", così è scritto nella biografia di Marinelli sul sito del Festival internazionale del giornalismo di Perugia di fine aprile, dove potevi incontrare lo stesso Marinelli che raccontava tra sé e sé una specie di countdown finanziario – "Mi manca tot, dovrei farcela – pregustando la partenza, il suo lavoro.

La soglia minima per pagare biglietti, pernottamenti e lavoro è stata superata. Il nome è strano – "crowfunding" – ma in fondo è un'idea semplice: avere un'idea, appunto, e vedere che valore le dà il mercato dei lettori (amici e colleghi compresi, perché no?) sul grande bancone dell'informazione.

Certo, bisogna saper usare questi strumenti – e vale sia per chi scrive e sia per chi vuole leggere – e questi nuovi metodi. Però in fondo l'origine è sempre la stessa: una storia e un'idea.

Le nuove tecnologie abbattono il valore aggiunto del mezzo e rivalutano il valore aggiunto della storia, dell'idea, dell'informazione? C'è di che sperare che sia proprio così: torna al centro il contenuto, poi si vede con quale mezzo…

Ecco Marinelli che spiega Marinelli, anche se ama la parola scritta più di quella parlata: