Comunque la si metta, negli ultimi giorni di questo 2013 sono successe cose notevoli attorno a Matteo Renzi, indiscutibile protagonista dell'anno che si chiude.
Forse è esagerato dire, come ha titolato l'Huffington Post diretto da Lucia Annunziata, che Renzi sfonda a sinistra, anche se sono analisi molto autorevoli come quella dell'osservatorio politico del professor Roberto D'Alimonte a dirlo, ma è certo che alcune notevoli novità, sul fronte se non sinistro, almeno movimentista e radicale, stanno rivestendo di nuovi colori la costituency del sindaco di Firenze.
Già l'intesa sotterranea o indiretta, che dir si voglia, con Pippo Civati e il suo mondo, rappresentato nella nuova segreteria del Partito democratico dal responsabile Economia, Filippo Taddei, e già la saggia decisione di Gianni Cuperlo di accettare la presidenza dell'Assemblea nazionale del Pd avevano allargato la peraltro molto vasta area di azione e di sostegno del nuovo segretario.
Poi le evidenti difficoltà della maggioranza e del governo, comprese al più alto livello istituzionale e sottolineate da gran parte della stampa nazionale, hanno ulteriormente rafforzato aspettative e possibilità di azione di un Renzi che per ora sta riuscendo a comportarsi come nuovo padrone del gioco politico, volenti o nolenti i vecchi e nuovi (silenziosi) avversari. Ovvio dunque che Renzi raccolga gli espliciti apprezzamenti di uno dei suoi prossimi alleati più naturali, ovvero l'ex premier Mario Monti, deluso dalle intese larghe e larghine e da sempre interessato a un'offerta di collaborazione strategica con un Pd a guida riformista.
Ma dati causa e pretesto, le attuali conclusioni dicono che per Renzi sta andando molta altra acqua per l'orto anche in campi inaspettati. Per esempio, un editoriale bello tosto di Antonio Padellaro sul Fatto quotidiano del 27 dicembre così si concludeva: "E' chiaro che la mossa spetta a Matteo Renzi se non vuole finire nella palude stigia delle attese inutili. E se altri moniti si alzeranno, si turi le orecchie e proceda". Certo, è un'esortazione pro domo crisi, ma è anche un'apertura di credito da parte di un mondo particolare.
Per non parlare, infine, del dialogo, ormai quasi un'intesa di collaborazione, tra Maurizio Landini, leader della Fiom, e il sindaco. Ha detto Landini a Repubblica del 28 dicembre: "Quella del contratto unico può essere la strada per ridurre la precarietà. E allora bisogna avere il coraggio di confrontarsi con una dimensione nuova". Il contratto unico è il centro della proposta renziana sul lavoro. E la dimensione nuova della politica italiana da chi è impersonata? Ecco, appunto.