Dalla fase nazarena a quella del renzismo autonomista

Comunque la mettiate la fase nazarena è finita o va declinando. Si entra nella fase del renzismo autonomista, un po’ come Craxi con il suo Psi, ma partendo dal 40,8 per cento dei voti, cioè un autonomismo maggioritario. Con tutti i pro e tutti i contro che lo scenario comporta, la fase del renzismo autonomista vede un Pd ovviamente renziano al centro e un’infinità di cespugli attorno, un’infinità di cespugli buona per Renzi per cogliere fior da fiore l’alleanza utile nel contingente. Più che un Pd renziano, forse, è un monocolore della Margherita con appoggio esterno e alternato della minoranza diessina o tsipraiola del Pd e/o della maggioranza berlusconiana (ancora per quanto maggioranza?) di Forza Italia. Il tutto avviene mentre con un notevole esponente della prima Repubblica eletto al Quirinale nasce la terza Repubblica attraverso la marginalizzazione degli ex Pci/Pds/Ds e del berlusconismo, ovvero dei due protagonisti (eccezione prodiana a parte) della seconda Repubblica. Con toni renziani verrebbe da dire che il presente, cioè il presidente, è solo l’inizio del prossimo futuro.