Riflessioni primarie su Milano

Danton_Bellaz_noribbonOk, adesso è tutto molto vivace e perfino facile. Nel senso che le primarie sono una storia a trama almeno in parte precostituita. I personaggi sono in qualche modo creati dalle regole del gioco e i ruoli sono affidati un po’ dalle singole personalità politiche e un po’ dal contesto prestabilito. Ma poi? Ecco, forse poi viene addirittura il meglio. Lo spettacolo di questi giorni – a mio giudizio – è ottimo: sedi piene di gente, dibattiti veri, candidati tutti credibili e con una storia, gente che esiste davvero, per capirci. Ecco, ma poi? Poi sarà anche meglio, perché dal 7 febbraio in poi, e cioè fino al voto di giugno, ci sarà davvero tanto tempo. Più del solito.

La decisione di Giuliano Pisapia, di annunciare la non ricandidatura con largo anticipo, è stata in parte criticata perché ha in qualche modo indebolito la sua giunta, la sua amministrazione, nell’ultimo anno del mandato (vedi lo stop sul piano per gli scali ferroviari), ma ha anche creato uno scenario molto utile, cioè ha permesso che i candidati possibili intanto potessero partire con largo anticipo e poi possano ora farsi conoscere davvero bene e a fondo per quanto riguarda la loro storia personale e le loro idee per la città. Questo vale non soltanto per i quattro candidati alle primarie del centrosinistra, ma anche per il candidato centrista Corrado Passera e per il movimento civico di centrodestra, Noi per Milano, che proprio sabato 23 alle 11 in Sala Colucci, presso Unione del Commercio di Milano in Corso Venezia 47 annuncia la propria candidatura a sindaco (quasi certamente il trentaquattrenne avvocato Nicolò Mardegan).

La storia più bella da scrivere, però, sarà quella senza trama precostituita, quella che inizierà il 7 febbraio, quella che durerà mesi, fino al voto estivo, quella forse vedrà altri protagonisti (il centrodestra che fu prima o poi deciderà di decidere), quella che dovranno scrivere (da soli, autonomamente) i candidati, con le forze politiche che li appoggeranno. Più lunga è la campagna elettorale, più si vede chi è un politico di razza. Anche sulla distanza. E da febbraio a giugno la distanza è lunga, è tanto tempo. Speriamo anche tanta roba.