Lupi a San Siro

img_0398-2.jpegSiccome Alessandro Sallusti e Stefano Parisi non sono due politici, più fonti confermano che il politico di cui si è parlato di più domenica sera a San Siro, nel vertice tra Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni, prima, durante e dopo (al ristorante) il derby, è quello di Maurizio Lupi.

L’immobilismo del centrodestra milanese è noto, ha ragioni tattiche, certo, ma inizia a essere troppo smaccatamente tale. Anche perché il tempo incomincia a stringere davvero, visto che da domenica prossima gli altri schieramenti avranno tutti un candidato sindaco e il fu polo moderato no. Anzi, di candidati ne ha, almeno due, ma non ufficiali e non omogenei rispetto alla coalizione che fu.

Domenica sera il centrosinistra avrà il suo candidato, il Movimento 5 Stelle ha già scelto (pentendosi?) Patrizia Bedori, Corrado Passera è in campo dalla scorsa primavera e cerca sempre di più di accreditarsi come il candidato ideale per il centrodestra, Nicolò Mardegan, il giovane avvocato dal passato già decorato sul campo della politica locale, prova a smuovere le acque candidandosi in attesa di poter favorire una candidatura unitaria o di correre spavaldamente da sé.

L’inerzia del centrodestra, fino a qualche giorno fa, spingeva per la scelta di candidare Sallusti: il direttore del Giornale, nei sondaggi, poco più di un milanese su quattro alla fine lo convince già ora, inoltre terrebbe unita (e “salverebbe”) Forza Italia e non avrebbe il “no” della Lega. Eppure non si è ancora trovata la quadra. Berlusconi pronuncia il nome di Stefano Parisi, già direttore generale del Comune con Gabriele Albertini, ma la Lega continua a dire che ci vuole un politico. E il nome del politico, per Roberto Maroni, dovrebbe essere appunto quello di Maurizio Lupi. Berlusconi ci starebbe, Salvini mica tanto: Lupi fa pur sempre parte di un partito, l’Ncd di Angelino Alfano, che sostiene il governo Renzi.

Come se ne esce? Chi conosce bene Lupi racconta che l’atteggiamento dell’ex ministro è molto semplice (e spontaneo): sicuramente Lupi lavorerà a Milano per la ricostruzione della coalizione di centrodestra. Se serve, da candidato sindaco; se no, da regista/portatore di acqua, idee e unità nella coalizione dietro il candidato sindaco prescelto.

In sostanza Lupi dice: se avete un nome forte e che unisce, bene, mettiamoci al lavoro; se non avete un nome forte e volete che sia io a provare a unire, bene, mettiamoci al lavoro. Il fatto di presentarsi come risorsa e non come richiesta, in certi casi, aiuta eccome. Anche perché – si fa notare – una candidatura o un ruolo forte di Lupi potrebbe contribuire a trattenere molti elettori centristi, segnatamente ciellini, dal votare Beppe Sala, candidato del centrosinistra che senza dubbio piace pure a una buona fetta di elettorato centrista lombardo, come dimostra anche la recente lettera dei liberal-democratici meneghini.

  • bruno.mardegan |

    Come parente di Nicolò mardegan ero perplesso sull’opportunità esprimere un parere sulla questione della scelta del candidato di centrodestra a Milano. Considerato però che quale presidente dell’associazione civica “NoiXMilano”, Nicolò si occupa già di problemi cittadini nelle periferie, di abusi edlizi, di case popolari, e di altre problematiche politiche attuali, con una presenza giornaliera sui talk show, abbinata alla giovane età (33 anni), a una militanza politica di 15 anni, può essere il candidato ideale del centrodestra per imprimere a Milano la svolta tanto attesa, da città attiva ma timorosa a dinamica locomotiva d’Italia come al tempo del miracolo economico che personalmente rammento con nostalgia.
    Cordialmente.
    Bruno Mardegan – Milano

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