Tutti i federatori vengono dal Nord

Se a Roma quelli di Gazebo ironizzano sui molti partiti a sinistra e sull’ultimo nato – quello di Pierluigi Bersani e Massimo D’Alema – che si chiama Art. 1 Modempro (Articolo 1 – Movimento democratici e progressisti) e invece sarebbe stato meglio chiamarlo “Movimento Arturo” (che ora sui social spopola), i candidati federatori dei vari schieramenti vengono dal nord. Nel centrodestra è il governatore della Liguria, Giovanni Toti, a proporre un partito unico. Sempre nel centrodestra Silvio Berlusconi ribadisce che il governatore veneto, Luca Zaia, sarebbe un buon federatore. A breve inoltre entrerà nel vivo l’iniziativa dall’intento unitario a sinistra dell’ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia. Il ministro della Giustizia e candidato alle primarie del Pd, lo spezzino Andrea Orlando, dice: “L’inchiesta Consip non influenzi le primarie”. E il gesto è dettato da spirito pacificatore nel Pd.

Una delle notizie più significative della settimana è la scelta di Renzi di parlare di ticket, nel caso della sua (ri)candidatura alla guida del Pd, e di ticket con il ministro (lombardo) Maurizio Martina che ha rafforzato il suo profilo di governo e di leader di partito nella gestione di Expo Milano 2015. Il senso della novità è: Renzi riconosce di aver bisogno di una mano e di una mano efficace sul fronte sinistro. Sullo stesso fronte, sempre al nord, a Milano, agisce l’assessore al Welfare Pierfrancesco Majorino, che si è fatto promotore di una manifestazione pro-integrazione nel capoluogo lombardo ricavandone minacce. Il peso politico di Majorino sta crescendo, dopo che ha partecipato l’anno scorso alle primarie milanesi contro Beppe Sala e  Francesca Balzani e dopo il recente Forum delle politiche sociali, e cresce anche grazie alle sue idee da sinistra sinistra ma sempre solidamente all’interno del Pd. Dopo l’uscita di bersaniani e dalemiani, Renzi avrà sempre più bisogno di esponenti come Majorino sul territorio. Per Majorino peraltro c’è da scommettere in un futuro romano, da parlamentare. Dicono i bene informati, sottolineando che la giunta Sala cambierà – e non poco – dopo le prossime politiche.

Ecco un aggiornamento successivo via Twitter (we’ll see):

majo