La Fed alla prova del fattore H (come Hoenig). Anche l’Economist avanza dubbi monetari

Thomas Hoenig, presidente della Federal Reserve di Kansas City, continua la sua solitaria campagna contro la pigra e pericolosa strategia di immissione di liquidità annunciata dal presidente della Fed, Ben Bernanke. La prossima settimana, da questo punto di vista, sarà doppiamente, anzi forse triplamente, decisiva: le elezioni di mid-term, la decisione della Fed e la preparazione del viaggio di Obama in Asia sono tre eventi dal forte peso economico-valutario-commerciale. Tutto si tiene. L'America uscirà probabilmente ancor più incerta dalle elezioni di mid-term, la Fed non cambierà strategia, e dunque secondo i monetaristi continuerà a curara la malattia con il virus del male, cioè la liquidità, e Obama andrà a cercare alleati in Asia per affrontare con qualche sponda forte il dialogo critico con la Cina. Intanto il dollaro continuerà a indebolirsi e i dazi continueranno a spuntare e le riunioni dei summit multilaterali continueranno a rinviare le decisioni promettendo ovviamente iniziative per fermare le guerre delle monete e dei commerci. Speriamo bene.

P.s. Intanto anche The Economist inizia a dire che il doping monetario non basta. Certo, l'endorsement all'ulteriore iniziativa della Fed c'è, ma il settimanale londinese inizia a insinuare il dubbio, pur ricordando che "one of the few people to come out of the economic crisis well is Ben Bernanke, chairman of the Federal Reserve, America’s central bank".