Ok, ora il problema del Tea Party è quel che farà da qui in poi. Ovvero: ecco il Tea Party alla prova (non facile) di Washington. Un buon articolo in proposito è quello di Joshua Green su The Atlantic. Ma bisogna anche vedere che cosa ha già ottenuto, il Tea Party. Ovvero: la trasformazione della base elettorale, dell'anima, del corpaccione del partito repubblicano.
Perché Karl Rove, the architect delle vittorie di George W. Bush, ce l'ha tanto con il Tea Party? Perché ha distrutto la sua creatura, cioè il Gop vicente composto da onda evangelica di elettori credenti, base di moderati antitasse e conservatori compassionevoli. In sostanza: molti valori, poche tasse ma non liberismo duro. Sembra un Gop lontanto, sembrano ricordi molto lontani.
Perché il Tea Party un risultato l'ha già ottenuto. Ha mutato la carta d'identità elettorale del partito repubblicano: meno tasse, poco stato, ritorno ai principi originari dell'America. Certo, molti elettori sono anche credenti e anche molto. Certo, Glenn Beck è un idolo del Tea Party. Ma non sono i valori il tema centrale, it's the economy stupid. Durerà? E' da vedere. Ma intanto il volto del Gop ora è un altro, per esempio quello di Marco Rubio.