Alan Greenspan è preoccupato del dollaro debole. Da che pulpito!

Oggi Alan Greenspan, già presidente della Fed, si preoccupa giustamente del dollaro troppo debole. Ben detto. Però leggendo un'interessante lettera inviata al Wall Street Journal di ieri da Bill Cobb, da Bronxville, New York, verrebbe da dire: da che pulpito! Perché? Perché Alan Greenspan non è Paul Volcker. Anche se, certo, un quindicennio di crescita ininterrotta è comunque ascrivibile anche a merito di Greenspan.

Ecco il monito di Greenspan sul dollaro debole (dal Financial Times)

Ecco la lettera di Bill Cobb (dal Wall Street Journal)

  • Francesco |

    Non sono d’accordo con la crtica verso Greenspan. Già nella prefazione del suo libro “l’era della turbolenza” Greenspan si poneva la questione fondamentale se fosse auspicabile o meno congelare permanentemente i tassi di cambio delle economie nazionali partecipanti all’euro. Greenspan era perplesso del progetto Euro in quanto le plitiche fiscali ed economiche variavano grandemente e influenzavano diversamente e con una certa variabilità i tassi di cambio. Greenspan rimase stupito della forza dell’euro nei primi anni della sua istituzione. Ma ora i nodi vengono al pettine. Greenspan non crede più nel progetto euro perchè sono stati gli stessi europei a non credere in un progetto comune portato avanti con perseveranza e intelligenza. Greenspan non è un untore.

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