La prossima Germania? La Polonia. Da oggi è polacca la presidenza dell'Unione europea. Certo, da quando c'è il presidente Van Rompuy (chi?) la presidenza di turno conta sempre di meno, ma intanto il governo di Varsavia avrà la guida del continente per un po', ben sei mesi.
Una delle tesi più interessanti e curiose espressa da George Friedman nel bel libro "The Next 100 Years; A Forecast for the 21st Century" è che la Polonia è la potenza emergente nel Vecchio continente. Cioè è destinata ad assumere un ruolo guida in Europa per ben più di sei mesi. Le ragioni sono economiche, geografiche e storiche: l'ottimismo che nasce dalla liberazione dagli incubi del passato e la stabilità che Varsavia sembra aver ritrovato con il governo del primo ministro Tusk sono i due ingredienti principali di una prospettiva di successo per un paese che fino a poco tempo fa era semplicemente snobbato o caricaturizzato nell'immagine del cosiddetto "idraulico polacco" che, si dice, portò perfino Le Pen a raggiungere il secondo turno alle presidenziali francesi. Staremo a vedere.