Arpe Diem

Comunque sia andata, non e’ male assistere a una tosta competizione (anche elettorale, nel senso buono del termine) tra due ipotesi di azienda, di banca e di leadership alternative. Sempre meglio la concorrenza che l’ammuina, sempre meglio il confronto che il concerto, sempre meglio la gara che la finta. Anche questo e’ un modo per rendere una banca più popolare.

DICHIARAZIONE DI LANDO MARIA SILEONI, SEGRETARIO GENERALE DELLA FABI, IL MAGGIOR SINDACATO DEL CREDITO   

L’unico nostro obiettivo era quello di garantire alla clientela, ai pensionati e ai lavoratori della Bpm una lista di professionisti altamente qualificati, che potessero riportare la banca al blasone e alla redditività di un tempo. Formulo al Dott. Annunziata, al Dott. Bonomi e al Dott. Chiesa i migliori auguri per il prossimo futuro, ricordando però che il nuovo Statuto della Bpm, voluto dalla Banca d’Italia, prevede una maggioranza qualificata per garantire la governabilità del Consiglio di sorveglianza.

Con professionalità e responsabilità svolgeremo il nostro compito senza alzare barricate, ma senza nemmeno fare sconti a nessuno.I lavoratori e la clientela della Bpm avevano una grande opportunità: quella di essere guidati da uno dei pochi veri banchieri italiani con un’innata sensibilità sociale come Matteo Arpe, che mi auguro al più presto di ritrovare ai vertici di un grande gruppo bancario, perché rappresenta una importante e preziosa risorsa per l’intero Paese.

  • Dipendente |

    Che faccia tosta la FABI!
    Solo ora si accorge che i dipendenti son rimasti legati ai loro rappresentanti di sempre, senza dare alcun credito alle segreterie nazionali.
    Come iscritti siamo rimasti amareggiati che la Fabi non abbia trovato il coraggio di denunciare la campagna mediatica e bankitalista intesa a distruggere l’ultima forma di partecipazione del lavoratori all’impresa bancaria.
    Il cambiamento della Fabi, questo sì che è auspicabile!

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