L'Italia dovrebbe agire in fretta per rassicurare i mercati. L'Europa dovrebbe fare altrettanto per lo stesso scopo. I mercati non sono né pazzi né cattivi, semplicemente reclamano le considizioni per la sicurezza dei risparmi, per la prosperità delle popolazioni e per la crescita delle economie. Quando non le vedono, queste condizioni, scommettono drammaticamente sul crollo e così (anche) lo determinano.
Insomma, mai come oggi le sorti del nostro paese e quelle del nostro continente sono legate a doppio filo, a essere pessimisti: a doppia mandata. Il governo italiano deve accelerare i tempi di quelle riforme che prima erano soltanto indispensabili, adesso sono anche davvero urgenti. L'Europa deve accelerare i tempi di quelle riforme che prima potevano essere anche soltanto oggetto di dibattito e di studio, ora devono essere oggetto di decisioni. Serve un numero di telefono unico (di kissingeriana memoria) dell'economia europea. Oggi ci sono quattro, cinque Mr Euro (il commissario Rehn, il presidente Barroso, il presidente Van Rompuy, il presidente Juncker, il presidente Draghi) e 27 o 17, a seconda dei casi, paesi da mettere d'accordo.
L'errore, nel corso dei mesi dalla scoperta del buco nero greco in avanti, è stato quello di sperare che con le toppe sui buchi dei debiti sovrani si potesse rendere il vestito europeo presentabile in società, cioè sui mercati. I continui stop and go hanno soltanto contribuito a spendere un sacco di soldi dei contribuenti europei dando alla tanto famigerata speculazione la possibilità di scommettere su nuovi guai e sempre nuovi piani di aiuto. Ora in Europa come in Italia non bastano più le toppe, servono sarti veri al lavoro. E da subito. Va rifatto il vestito, i mercati, a torto o a ragione, scoprono subito e non apprezzano per nulla le toppe.
Ecco perché il Sole 24 Ore prima ha proposto
e poi anche