Leggendo quello che scrive Giuliano Ferrara sul Foglio e ascoltando la sua trasmissione su Rai 1 si capisce una cosa. Nella maggioranza e nel governo si confrontano, in queste ore di tensioni politiche, economiche e finanziarie, due linee diverse e per certi versi opposte.
La prima vuole che il governo trasformi in decreto (o in decreti) legge i punti della lettera della Banca centrale europea. L'altra linea predilige invece l'utilizzo di strumenti (fiscali) come la patrimoniale – da sempre osteggiata anche con dichiarazioni pubbliche dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi – o come ulteriori ritocchi dell'Iva o di altre imposte.
C'è poi la via di mezzo, quella che per ora non ha rassicurato i mercati, e prevede l'inserimento di ulteriori misure nella legge di stabilità in arrivo al Senato o il varo di un decreto sviluppo di cui si parla da tempo.
Nelle prossime ore si capirà quale linea prevarrà. Vista anche la nota del Quirinale, sembra però certo che qualcosa sarà fatto prima del G20.
Quel che preoccupa – basta vedere anche le aperture dei siti dei giornali stranieri per accorgersene – è comunque l'aggravarsi della situazione italiana in un clima di incertezza europea, a sua volta accentuato dallo scenario politico, economico e finanziario della Grecia.
Anche per questo il Sole 24 Ore ha proposto un manifesto in cinque punti per il rilancio del governo dell'economia dell'Unione.