Le (pre)consultazioni stanno facendo soffrire soprattutto il Pdl, che per bocca del suo segretario, Angelino Alfano, ha confermato la sua preferenza per il ritorno anticipato alle urne, ma con qualche sfumatura di dialogo verso l'ipotesi Monti. Il Pdl è infatti spaccato in due, chi vuole le urne e chi Monti.
E in più, nel centrodestra, c'è un altro problema: il rapporto con la Lega, che ha già detto che non intende sostenere il governo tecnico-politico di Monti e che vuole andare all'opposizione perché "è bello" e utile per rifiatare e riconquistare consensi.
Questo problema è sottolineato questa mattina dal ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, ed è significativo che sia proprio Sacconi a farlo. Ecco la nota:
"In queste e nelle prossime ore si decidono non solo le risposte politiche alle primarie esigenze di stabilità finanziaria ma anche i destini futuri della Repubblica. E a questo scopo diventa decisivo il rapporto tra il Popolo della Libertà e la Lega Nord, la cui compromissione metterebbe in discussione il permanere e il consolidamento di una trasparente democrazia dell'alternanza i cui grandi contendenti devono imparare a riconoscersi e a rispettarsi. In alternativa, si riproporrebbe invece una nuova formula di centrosinistra con il trattino o meglio, dati i presumibili rapporti di forza, di sinistra-centro. Ove il centro vorrebbe essere una ricomposizione moderata attorno all'attuale Terzo Polo con caratteristiche rinunciatarie ed opportuniste. A partire dall'anomalia giudiziaria".
Roma, 11 novembre 2011