La migliore definizione possibile della nuova situazione politica l'ha data ancora una volta Stefano Folli, con la sua videoanalisi: è il miglior governo tecnico possibile, con qualche incognita politica. Ecco, le incognite politiche sono toste e tante.
Il senatore dell'Italia dei Valori, Stefano Pedica, ha scritto su Twitter che, a suo giudizio, il governo terminerà il suo lavoro a marzo, quando i partiti che vogliono evitare il referendum lo faranno cadere per andare alle urne. Forse la previsione è troppo netta e venata da eccessi dovuti all'appartenenza politica del senatore al partito di Di Pietro, che certo non è un entusiasta sostenitore del governo Monti, anzi, all'inizio delle (pre)consultazioni era proprio contrario. Ma il rischio c'è.
Nelle dichiarazioni degli esponenti del Popolo della libertà, per esempio, i toni sono quasi tutti malinconici, scettici e non certo troppo convinti nel promettere fedeltà al nuovo esecutivo in Parlamento.
La stessa ammissione del professor Monti – i partiti non hanno voluto politici al governo, io invece li volevo – è un segnale di attenzione verso un tema delicato, verso quello che potrà presto rivelarsi come il principale difetto del "miglior governo tecnico possibile".
L'interrogativo ora è: meglio un governo tecnico che fa le cose che vanno fatte perché non ha la prospettiva elettorale a frenarlo sulla via delle scelte impopolari ma eque o meglio un governo anche politico che dunque può contare su una maggiore solidità in Parlamento?
L'altra domanda è: saprà un governo fatto soprattutto da professionisti fare anche quelle riforme per liberalizzare le professioni che l'Europa ci chiede?
Ps. Ultima annotazione. La frase del vicepresidente di Futuro e libertà per l'Italia, Italo Bocchino, è stata certamente infelice dal punto di vista tattico, politico e perfino istituzionale. Ma la gravità attribuita da quasi tutti alla sua frase, all'ipotesi di un Monti candidato premier alle prossime elezioni per un'alleanza del Terzo polo con il centrosinistra, segnala proprio che ciò che preoccupa di più in queste ore non è certo la fiducia in Parlamento, che ci sarà, né il lavoro del governo, che partirà presto, ma il tramestio politico-tattico che animerà un Parlamento fatto di politici a tempo pieno e senza incarichi ministeriali da preservare.
Appena otterrà la fiducia il governo Monti, per i partiti inizierà la campagna di posizionamento in vista delle prossime elezioni. La Lega Nord si è portata avanti, su questo campo, andando all'opposizione e dichiarando, per bocca dell'ex ministro Roberto Calderoli: "Se il buon giorno si vede dal mattino, allora è notte fonda". Presto si daranno da fare tutti gli altri.
In sostanza sembra nato un governo con tanti figli cui badare, quasi una trentina di partiti consultati, e nessun padre e madre d'aiuto. Anzi no, un padre ce l'ha e finora si è dimostrato un buon padre di famiglia e un fuoriclasse della politica. Eccolo. No?