La precisazione spagnola

Ricevo e volentieri pubblico una precisazione analitica di un collega, Guido De Franceschi, che molto sa di Spagna e di piccole, grandi patrie iberiche.
Eccola:
“Con la maggioranza assoluta, infatti, il centrodestra potrebbe fare a meno dell’appoggio dei partiti regionali. Sarebbe una novità notevole e permetterebbe al governo di tagliare, tenendoli poi sotto controllo, i deficit delle regioni, annoso problema (non solo spagnolo)”. Hai scritto così ed è vero, ma siamo proprio sicuri-sicuri che, con sette seggi ad Amaiur (più i settanta volte sette seggi che gli hardliners della sinistra indipendentista si piglieranno alle prossime regionali basche costringendo il Pnv a non cedere sul nazionalismo) e con tutte e quattro le province catalane in cui il Pp ha preso la solita spazzolata (Barcellona è stata l’unica in tutta la Spagna insieme a Siviglia in cui il Psoe ha avuto la maggioranza e a Tarragona, Lleida e Girona ha stravinto Convèrgencia i Unió; il quotidiano ElPunt-Avui ha titolato a tutta pagina, e con qualche ragione quanto ad analisi “elettorale”: “Catalonia is not Spain”), i regionalisti-indipendentisti non saranno il solito dito nell’occhio per il buon Mariano, che già dovrà affrontare oltre al gravoserrimo file economico anche la gestione della normalizzazione dopo il timido “addio alle armi” da parte di Eta? Secondo l’ex ministro degli Interni di Aznar, Jaime Mayor Oreja, a San Sebastian e dintorni già si accarezza il modello Kosovo (Kosovo la cui indipendenza prudentemente Madrid non ha mai riconosciuto…) http://www.abc.es/elecciones/20n-2011/noticias/abci-mayor-oreja-elecciones-201111212257.htm