Pur di dare addosso alla perfida Albione, che ha commesso l'inaudito peccato di non sottoscrivere il manifesto per l'Europa stilato da Angela Merkel a Parigi per far credere agli elettori francesi che anche Nicolas Sarkozy ha avuto la sua parte, dicevamo, pur di dare addosso alla perfida Albione si arriva a sostenere una cosa ma anche il suo esatto opposto.
Si dice – prima versione – che il primo ministro David Cameron ha detto "no" per ragioni di politica interna, perché se no veniva fatto fuori, il suo governo sarebbe collassato e il suo grado di popolarità sarebbe sprofondato ai minimi, a livello Sarko, per intenderci. Si dice – prima versione – che ha detto "no" per tutelare gli interessi, e si sottintende "un po' loschi", visto che di finanza si tratta, della City, cioè del mondo dei cattivissimi speculatori.
Però si dice anche – seconda versione – che il primo ministro David Cameron, dopo aver detto "no", ora ha un sacco di guai in politica interna, perché rischia di essere fatto fuori, il suo governo starebbe infatti per collassare e il suo grado di popolarità starebbe sprofondando, anche perché tutta la stampa descrive Londra come isolata rispetto al resto d'Europa. Si dice, inoltre – seconda versione – che dopo aver detto "no" per tutelare gli interessi, e si sottintende "un po' loschi", visto che di finanza si tratta, della City, perfino la City e il mondo dei cattivissimi speculatori manifesterebbero i loro forti dubbi nei confronti del "no" di Cameron.
Due versioni opposte, almeno nei risultati, per dàrgli comunque alla perfida Albione, oltre che dare di autolesionista imbelle al primo ministro di Sua Maestà.
Va bene la vis polemica, va bene la vis tedesca e va bene perfino la Ville Lumière, ma forse considerare così poco accorto Cameron è eccessivo e soprattutto poco utile. Sarebbe molto più interessante capire, al di là delle opposte ragioni dietrologiche, perché la Gran Bretagna non riesce a dire sì alle regole comuni europee, quando si tratta di rigore, e perché l'Europa fatica a dire sì a regole comuni di libero mercato, e non soltanto di austerity e rigore, quando si tratta di crescita alla anglosassone.