Tutte le strade portano a Romney, ma Ron Paul fa la sua parte

How many primaries will Mitt Romney have to win before America’s political class starts taking him seriously?

 

via www.politico.com

 

Così Ben Smith su The Politico dice: insomma, basta fare i criticoni, Mitt Romney è il candidato più credibile tra i repubblicani, l'unico che può seriamente sfidare il presidente Barack Obama.

 

In effetti, ieri notte, subito dopo la sua seconda vittoria, Mitt Romney così si è già comportato, da sfidante del presidente: non una parola né una menzione dei suoi rivali nelle primarie, come per dare per scontata la sua vittoria, e subito attacco diritto all'attuale inquilino della Casa Bianca. Poche proposte, tante ottime affermazioni e sintesi come slogan nel perfetto alveo ideale del partito repubblicano: meno stato, meno Europa, più America, fiducia nella Costituzione, con qualche spruzzatina in più, in vista delle prossime primarie in South Carolina, di religione e spiritualià, ma giusto un tocco per non dimenticare che "it's the economy, stupid!".

 

Sembrerà strabico, ma potrebbe risultare vincente. Ora i concorrenti repubblicani tenteranno l'assalto all'arma bianca, l'ultima grande offensiva, contro Mitt Romney e lui, Mitt Romney, continuerà ad avere come interlocutore da battere soprattutto se non soltanto Obama. Mira al bersaglio grosso, convinto che sia il modo migliore per superare i contendenti del momento, gli ostacoli più piccoli. Dovrà però affinare e chiarire la sua ricetta economica, oltre a cercare di sembrare meno finto ("perfetto") nei suoi discorsi in pubblico.

 

Sempre su The Politico, sopra la testata, ci sono i temi caldi e l'altro, oltre a Mitt Romney, è ovviamente Ron Paul. Tanto Romney è ormai dato per scontato come candidato repubblicano alla Casa Bianca (pure troppo) quanto Ron Paul è sempre stato dato per scontato come candidato impossibile. Vero, da molti punti di vista. E' comunque innegabile che, essendo l'economia il cuore di questa, come forse di tutte, le elezioni, non c'è nulla di strano che siano le due anime (polarizzate) del Gop a confrontarsi in queste primarie: l'anima libertaria e ultraliberista rappresentata da Ron Paul, quella conservatrice moderata di Mitt Romney. Il dibattito acceso tra queste due anime non è affatto detto che sia un male, potrebbe favorire la creazione di una vera, nuova ricetta economica repubblicana.

La candidatura di Ron Paul ha molti aspetti che la rendono per certi versi impraticabile, ma ha anche il merito di incarnare una ricetta economica che da anni vive anche all'interno del Gop. Questa filosofia viene spesso e ingiustamente trattata come un eccesso folcloristico, ma invece, soprattutto in America, è ben viva, anche in ambito accademico. In fondo, è naturale in questi anni discutere del ruolo della Federal Reserve, ovvio chiedersi se davvero la moneta sia solo carta da stampare o debba avere un legame con qualche forma di ricchezza concreta, giusto anche domandarsi se la crisi finanziaria sia stata creata dagli eccessi del mercato oppure dalle storture politiche che hanno impedito al mercato di fare pulizia al suo interno. Per queste ragioni, la candidatura di Paul può sembrare solo pazza, ma svolge certamente un ruolo legittimo e forse anche utile.

 

Il più duro negli attacchi a Romney, anche perché forse alla fine sarebbe l'unica vera alternativa come candidato contro Obama, sarà Newt Gingrich, che però nelle ultime ore ha ammesso di avere un po' esagerato negli affondi contro l'ex governatore del Massachusetts. C'è da scommettere che Romney continuerà nel suo strabismo tattico, guardando fisso alla Casa Bianca.