Non succederà nulla fino a dopo il voto, soltanto campagna elettorale. In fondo, nonostante i legittimi slogan e le tradizionali battaglie captaconsensi, i partiti stanno anche dimostrando senso di responsabilità e il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, lo ha subito riconosciuto con un apprezzamento pubblico per l'intesa sulle riforme.
Proprio mentre la maggioranza sembrava infatti scricchiolare sotto il peso delle polemiche sulla riforma del lavoro e in particolare sull'articolo 18, i tre leader (Alfano, Bersani e Casini: A-B-C) si vedono e si accordano, almeno in linea di massima, sulla riforma elettorale. Anche per dare un forte segnale di tenuta della maggioranza.
Del resto, la scelta del governo ricaduta sulo strumento del disegno di legge, al posto del decreto, lascia davanti il tempo utile a sfogare gli istinti elettorali e gli sforzi di mediazione in vista di tempi meno sensibili dal punto di vista della raccolta del consenso immediato. Dunque, il premier che dice "non tiro a campare" avverte i partiti (o alza la palla, a seconda dei punti di vista) e i partiti rispondono (o schiacciano, stile pallavolo).
La sintesi è questa: fino al voto amministrativo di maggio (6 e 7) non succederà quasi nulla sulla riforma del lavoro. Ci saranno parole, tante parole, ognuno terrà il punto sui temi cari ai propri elettori (Pdl pro flessibilità, Pd pro modello tedesco e contro la riforma radiale dell'articolo 18, Terzo polo fortissimamente pro stabilità del governo Monti). Perfino la Cgil, comprensibilmente attenta anche alle questioni elettorali della sinistra in generale, ha fissato l'appuntamento con lo sciopero a dopo il voto amministrativo.
Il riassunto perfetto della posizione del Partito democratico, almeno in queste ore, è quello dell'onorevole Francesco Boccia su Twitter: 1 Riforma del lavoro è buona ma va migliorata 2 Il Pd non farà mai cadere Monti 3 #noporcellum è la vera priorità. (Vedi dialogo di oggi sulle riforme, nda)
Il riassunto perfetto della posizione del Popolo della libertà, almeno in queste ore, è quello del senatore Gaetano Quagliariello: «Ci rivediamo molto presto». Quagliariello ha aggiunto che, pur non esistendo ancora un testo della riforma, si sta lavorando «intensamente» e ci si è dati appuntamento «tra 10-15 giorni, ma intanto i 'tecnici' continueranno a lavorare alla materia».
Il riassunto perfetto della posizione del Terzo polo, almeno in queste ore, è quella che ha scritto il senatore Francesco Rutelli ieri su Facebook: "Siamo pronti a sostenere il governo, siamo determinati ad appoggiarne il processo di riforme. La crisi economica continua ad essere severa e molto pericolosa, è tempo di accantonare gli interessi di corto respiro".
Arisintesi: piano con la mobilia della crisi, tutto il resto è campagna elettorale.