Cose cui non credo a proposito della Lega:
– non credo che la Lega si dividerà tra Lombardia e Veneto; certo, la trattativa tra Roberto Maroni e Luca Zaia sarà tosta e agguerrita, ma alla fine i due pragmatici ex ministri troveranno una quadra, faranno un patto; certo, Bossi è stato il collante tra sensibilità e "regionalità" differenti, ma il fatto di essere all'opposizione e di veder il federalismo allontanarsi saranno altrettanti validi elementi di mal comune mezzo gaudio, cioè di unità;
– non credo che Umberto Bossi tornerà davvero in prima linea alla guida del partito: sarà ancora amato, acclamato, ma non sarà più il capo, se non nell'immaginario e nel pensiero di una parte (rumorosa) della base;
– non credo che la Lega guarderà soprattutto a sinistra: tratterà con tutti a seconda delle contingenze, ma è nel dialogo tra Maroni e Angelino Alfano il primo banco di prova delle alleanze nazionali nel futuro del movimento;
– non credo, per ora, ci siano reali alternative alla leadership di Maroni, una leadership che sarà almeno in parte condivisa con Giancarlo Giorgetti, Roberto Cota e appunto Zaia, ma che sarà appannaggio dell'ex ministro dell'Interno.