Si coglie da tempo nel Pd una tendenza dalemianamente forte ad aprire la crisi e ad andare al voto in autunno. Nei prossimi mesi il governo Monti – è il ragionamento di questa parte del Partito democratico – non riuscirà a fare le riforme necessarie perché il clima preelettorale rende ancor meno coraggiosi del solito i partiti che lo sostengono.
In più, gli stessi mercati non amano i climi preelettorali perché non capiscono su che cosa scommettere: sulla stabilità e sulla continuità delle riforme o sul caos? Dunque – è il pensiero di questa parte del Pd – anche dal punto di vista dello spread è meglio andare al voto in autunno.
Certamente, in questi ragionamenti ha un peso non irrilevante il fatto che il Pd e il centrosinistra nella sua versione "foto di Vasto che guarda al centro" sembrano favoriti alle urne.
Un indizio di questa forte tentazione sotterranea ma mica poi troppo si coglie anche da una risposta del vicepresidente dei senatori del Pd, Nicola Latorre, a Francesca Schianchi sulla Stampa di oggi. Domanda: "Sareste pronti ad aprire una crisi?". La risposta intanto non contiene la parola "no" e anzi è: "Certamente pretendiamo coerenza di comportamenti tra il sostegno al governo Monti e il dibattito sulla legge elettorale. Il Pdl deve scegliere e uscire dall'ambiguità".
Insomma, pare che sulla legge elettorale possa proprio cadere per ragioni tattiche o strategiche la strana maggioranza che sostiene il governo Monti.
Se qualcuno avesse ancora dei dubbi, arriva Rosy Bindi a toglierglieli. Il titolo dell'Unità di oggi è infatti "Bindi al Pdl: 'Fermatevi o si vota'".