Perche’ Bersani copre bene fino a meta’ campo

Questo e’ il periodo decisivo per il segretario del Partito democratico, Pierluigi Bersani. Nonostante l’estate e le ferie, Bersani sapeva e sa che questo era ed e’ il tempo di uscire allo scoperto, di iniziare a giocare le proprie carte, preparando prima la corsa alle primarie, poi l’alleanza elettorale e infine le condizioni per portare al governo un centro-centrosinistra a sua guida e con un’anima neoprogressista e una neocentrista assieme per la bisogna.
Io organizzo il mio campo, gli altri pensino al loro. Cosi’ ha detto Bersani (riferendosi soprattutto a Pierferdinando Casini) e si e’ appunto messo al lavoro.
Nulla da dire sul tema della riorganizzazione del proprio campo: carta d’intenti del Pd (non proprio rivoluzionaria in materia di innovazione, ma pur sempre un fatto), patto con Nichi Vendola, concorrenza piu’ o meno leale (che gaffe il non invito a Bologna!) Con Matteo Renzi (sindaco di Firenze, sfidante alle primarie e dato in forte ascesa), taglio netto (tanto ci pensa Sel a continuare a tenere aperta una porta) con Antonio Di Pietro e la sua “deriva” antagonista, promessa di primarie di coalizione e aperte entro l’anno, accelerazione sulla sempre imminente riforma della legge elettorale e due interviste buone (prima a Fabrizio Forquet sul Sole 24 Ore e poi a Massimo Giannini su Repubblica) con qualche proposta concreta per spronare il governo Monti al “cambio di passo”. Altrimenti? Nessun altrimenti, per adesso, ma ora – dice Bersani – e’ il momento del ritorno della politica (come se finora fosse stata altrove e come se quella del governo Monti non fosse politica), cioe’ l’esperienza dell’esecutivo tecnico e’ in via di esaurimento e non si ripetera’ alcuna grande coalizione dopo le elezioni del 2013.
Queste considerazioni servono senz’altro a Bersani per ricompattare, organizzare e dare entusiasmo al proprio campo, rinsaldando inoltre l’asse tra Pd e Cgil e lanciando al meglio le feste democratiche che si stanno aprendo in tutta Italia.
Ma queste stesse dichiarazioni rischiano di essere premature, dal punto di vista della vita dell’esecutivo e del dialogo con il centro in vista della possibile alleanza prima e/o dopo il voto. Come ha ribadito ieri a Rimini il capogruppo dell’Udc alla Camera, Gian Luca Galletti: “Il governo Monti ha fatto bene in questi mesi ed e’ l’unica chance per il paese di salvarsi. Quindi, dopo le elezioni si continui con l’agenda delle riforme e con un Monti bis”.
D’accordo, i momenti decisivi sono anche quelli in cui, oltre alla strategia, bisogna pensare alla tattica, ma forse, anche dal punto di vista tattico, a Bersani in questo periodo conviene davvero pensare soprattutto a dare un’anima e molte idee al proprio campo, senza troppo mettere in discussione il governo e la sua agenda di qui alla fine della legislatura, pena essere indicato come il leader che a parole non lo vuole ma nel pensiero ha un desiderio fisso: il voto prima possibile e con l’illusione di tornare alla politica delle promesse di sempre come se l’emergenza fosse finita. Non e’ cosi’. E le parole, anche se tattiche, restano.