Il brutto film delle intercettazioni telefoniche è sovente, direi sempre, lo stesso: prima si parla e si dicute dell'ipotesi che ci siano, poi si parla e si discute del fatto che effettivamente ci sono, poi si allude (come ha fatto l'altra sera Antonio Di Pietro su LA7, subito incalzato in proposito da Enrico Mentana: ma perché lei le ha viste?) al loro contenuto e se ne discute, poi si parla e si discute delle indiscrezioni sul loro contenuto, poi forse alla fine… il tutto peraltro e spesso per intercettazioni che forse non andavano fatte e certamente non andavano diffuse.
Insomma, si parla e si discute di intercettazioni quando si dovrebbe e si potrebbe parlare d'altro, per esempio delle ricette per far uscire il paese dalla non crescita. Ma al di là di questo aspetto, dopo oggi, un primo effetto politico sembra chiaro, soprattutto a sinistra, il giudizio e il rapporto con il Quirinale – com'è giusto che sia, essendo peraltro il presidente il garante della Costituzione e dell'unità del paese – saranno i grandi discrimini tra le forze politiche e tra le forze politiche e i vari populismi, perfino più che il giudizio e il rapporto con il governo Monti.