Italia Futura e Fermare il declino danno vita al Polo della crescita, punti di forza e variabili di rischio

Con una perifrasi di eufemismi, si potrebbe dire che il comune sentire degli italiani, nell’ultimo periodo, non e’ stato in maggioranza lusinghiero nei giudizi nei confronti del recente passato della nostra politica ne’ ottimista per le prospettive del prossimo futuro sempre della nostra politica. Pero’ alcune positive novita’ ci sono state e ci sono, e altre stanno maturando.
Per esempio, e’ una buona notizia il fatto che anche il nascente Polo dell’economia, il centro di aggregazione composto da Italia Futura, Fermare il declino, Zero+ e altre realta’, voglia fare le primarie. Se anche gli outsider della politica scelgono le primarie significa proprio che questo strumento e’ penetrato nel dna politico-elettorale del paese.
Bene, anche perche’ le primarie sono in grado di tener in vita la fiammella del bipolarismo, quella che molti, come ha denunciato il professor Romano Prodi, vorrebbero spegnere.

Il fatto stesso che esponenti extrapolitici come Luca Cordero di Montezemolo e la sua Italia Futura od Oscar Giannino e Fermare il declino stiano poi cercando di organizzare un Polo dell’economia, un Polo della crescita economica, intanto in autonomia, per i fatti loro, poi si vedra’, e’ anch’essa una positiva novita’, visto che spesso erroneamente si dice che non cambia mai nulla e i protagonisti sono sempre gli stessi.
A dir la verita’ di novita’ non siamo carenti – Beppe Grillo, forse il partito di Giulio Tremonti, Matteo Renzi a sinistra (per certi versi la piu’ grossa), una Lega a guida nuova, la stessa alleanza neoprogressista tesa a sfociare in un listone comune Pd-Sel non e’ solo una riproposizione di un gia’ visto, il centro cattolico di Raffaele Bonanni, Andrea Riccardi and Co. e’ comunque un laboratorio in funzione, come anche Pierferdinando Casini e Gianfranco Fini per ora almeno a parole annunciano novita’ (e ormai a settembre, ci siamo, visto che tutto in questo mese pare dover succedere) -, poi certo altro discorso e’ il reale tasso di innovazione e di efficacia che ognuna di queste novita’ avra’ nei fatti.

Per parlare del Polo dell’economia, del Polo della crescita, quello che ha come polmoni Italia Futura e Fermare il declino, per ora i rischi derivano da tre, quattro fattori e/o variabili.

La prima variabile: in attesa dell’iniziativa prevista per novembre, manca un leader e leader e’ difficile che possa esserlo chi non ha intenzione di candidarsi in prima persona (come Montezemolo) o chi non ha fatto parte dei soci fondatori di una casa politica. Dunque Giannino, sebbene abbia piu’ la veste dell’intellettuale e l’anima del propugnatore di idee, sembra un passo avanti rispetto agli altri, in questo momento.
Va pero’ chiarito l’approdo di questo processo perche’ ogni leader ha bisogno di un mandato, un obiettivo chiaro da raggiungere. Nei partiti tradizionali puo’ accadere che sia il leader a imporre il traguardo, ma in un polo che sorge per aggregazione di iniziative spontanee sono i soci fondatori ad affidare al leader un mandato. E in questo caso tutti i soci fondatori hanno idee chiare e comuni? E’ presto per dirlo e per averle. Vedremo.

E qui subentra la seconda variabile rischiosa: quale sara’ il rapporto con i partiti del centro? Si accetterrano dialoghi e/o compromessi con altre forze politiche, con aree culturali legate non solo all’economia, come quelle del mondo cattolico, magari con l’eventuale partito di Tremonti?
Su questi temi e’ possibile, soprattutto nei nuovi movimenti, che le frizioni siano destinate ad aggravarsi via via che le elezioni si avvicinano, anche perche’ il nuovo contenitore potrebbe essere visto da vecchi esponenti o da vecchie forze politiche come un buon veicolo di riproposizione elettorale in vesti nuove. In quel caso, che fare? Per queste ragioni va chiarito il mandato: listone civico nazionale, movimento, parte di un polo piu’ grande o polo autonomo, gruppo di pressione?

Un altro punto su cui sara’ necessaria la chiarezza e’ il rapporto con il governo Monti. Il si’ o no a quella che viene definita Agenda Monti e’ e sara’ un discrimine tra le forze politiche in vista delle urne e nei due polmoni – Italia Futura e Fermare il declino – le opinioni non sono granitiche, anzi tutt’altro, nell’approvazione dell’esecutivo e del suo programma. Questa variabile assumerebbe un peso ovviamente maggiore se nel progetto del Polo della crescita economica fosse coinvolto, magari in posizione di leadership, qualche esponente del governo tecnico, come pare possibile.

La quarta e ultima variabile, quella su cui esperimenti nati da appelli e/o centri studi sono sempre tenuti a confrontarsi piu’ di altre forze politiche, e’ il fattore pancia e cuore, insomma per dirla in modo rude, brutale: bisogna evitare, scongiurare, debellare il rischio di apparire come una lista di professori o di intellettuali o di donne e uomini di molto pensiero ma poca azione e vita reale. Questo tipo di cose piacciono molto ai giornali, ma poco agli elettori.

  • Sergio Palazzi |

    Buona analisi. Uno dei guasti fatti dai partiti da almeno 25 anni, non solo da 20, è stato quello di disgregare il “vivaio”. E’ mancata una base diffusa di persone in gamba e qualificate che avessero una “cultura politica”, per usare parolone, diversa da quella dell’occupazione del potere o del reggiborse. Diciamo, che abbiano i fondamentali tecnici del gioco per poter entrare in campo al posto dei vecchi giocatori da rottamare. D’altronde, noto che fra noi cinquantenni ci si guarda con un minimo di scetticismo perchè di scottature ne abbiamo già prese parecchie. Ma a questo punto che si fa? o ci si lancia con un filo di incoscienza, oppure si lascia spazio a chi non ha paura di lanciarsi perchè non si rende conto di quel che fa e dice. Si tratta di ricostruire dopo un naufragio, dobbiamo fidarci di avere competenze che non credevamo prima di toccare la riva.

  • Romano |

    Caro Bellasio, complimenti per l’analisi ed in particolare per l’ultima parte dell’articolo sugli errori da evitare: le elezioni si vincono con i voti…
    Oltre alla “famigerata” nuovo legge elettorale, certamente sono ancora molte le variabili e tra queste non escluderei quelle che possono nascere dalla granitica stupidità della vecchia nomenclatura di sx…
    A presto

  • Danton |

    Eh si’, proprio quelli. La storia della Repubblica e’ piena di governi nati dalla frase: mai piu’ con quello li’

  • matteo |

    caro Bellasio lei scrive :”Si accetterrano dialoghi e/o compromessi con altre forze politiche …magari con l’eventuale partito di Tremonti?” , ma lo sa che tra i fondatori di Fermare il Declino ci sono i prof Boldrin e Brusco , autori di un libro intitolato ” Tremonti, il timoniere del Titanic” e animatori del sito Noisefromamerika.org dove per anni hanno fatto a pezzi la politica di Tremonti(soprannominato da loro Voltrmort).Se si alleassero con Tremonti farebbero sembrate Scilipoti uno statista!

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