Il 7 settembre, qui in Langa, e’ “la notte dei falò”. Si accendono fuochi, si bruciano vecchi alberi appena tagliati, stoppie raccolte con cura e ammonticchiate proprio in vista della sera in cui la valle si accederà di tante luci del colore rosso della luna di oggi. La luna e i falò, troppo facile per chi ama una casa in collina. Eppure più di Beppe Fenoglio che di Cesare Pavese vive questa parte della Langa al Barolo. A Murazzano c’e’ il parco letterario dedicato all’autore di “Una questione privata”, invece l’associazione Terre Alte organizza per tutte le domeniche, più un venerdì (il 28), di settembre delle passeggiate letterarie nei luoghi di Fenoglio e dei suoi racconti, essenzialmente si va sulle tracce di Fulvia e della libertà (info www.terrealte.cn.it).
Qui, tra una lapide in quel di Valdiba’ che ricorda il comando della brigata garibaldina, un’altra che richiama Cavour e il suo collegio elettorale nei pressi del Municipio di Monforte, qui dove i nomi dei caduti e i perché vivono nelle piazze dei paesi assieme ai bianchi dei signori con il cappello che vanno a giocare a carte, si coltivano il vino, e si sa, i nuovo crismi del turismo slow life e ancora, malgrado tutto, alcune tradizioni. Per esempio, la notte dei falò. Si cerca un posto dalla veduta panoramica, per contare fuochi di settembre come stelle cadenti di agosto. Qualche benefattore offre cibi e bevande che sanno di uva non troppo alla lontana, ma sono altro nettare. Arrivano i bambini. Il sapore di quei cumuli di verde bruciati riempie il naso e lo spazio geometricamente perfetto ricavato dai vuoti architettonici lasciati dai filari millimetricamente curati con la precisione di ingegneri. Ha forse qualcosa di propiziatorio. Sicuramente e’ rituale. Ma non tutto. Qualcosa, anche piccolo, qualcosa di irrituale si trova sempre in questa terra di nobili eretici contemporanei, devoti ma di indipendente e spesso solitario intelletto e spirito. Per esempio, nel volantino che convoca fuochi e “foconi”, così li chiamava il nonno, c’e’ scritto esattamente cosi’: “SehaiciboPortaciboSehaiappetitoPortalappetitoSehaivinoPortailvinoSehaisetePortalaseteSehaiamiciPortagliamiciSehaimusicaPortalamusicaSehaicalorePortailcaloreSehaiamorePortalamoreSehailegnaPortalalegnaSehaifuocoPortailfuocoSeseifelicePortalafelicita’SeseitristeTipassera’”. Tutto attaccato, tutto attaccato alla terra.