Quando un leader si merita un editoriale principale del Corriere della sera e per di piu’ di Antonio Polito e per di piu’ con 9, nove domande e mezza (forse per non ricordare le famigerate 10, dieci domande del giornale rivale, o magari per alludere a qualche eccitante prova cinematografica) e per di piu’ nove domande e mezza sul programma per la guida del paese, e non del partito (quello e’ chiaro: tutti a casa quelli che hanno fallito), vuol dire che quel leader “va preso sul serio”, come scrive lo stesso Polito e come dovrebbero iniziare a fare anche i big del Pd. E qualcosa si muove su questo fronte, dopo l’intervista a Repubblica di Dario Franceschini, giovedi’ scorso, e la lettera di oggi al Corriere di Enrico Letta, che peraltro aveva gia’ accolto Renzi pochi giorni fa a VeDro’.
Le domande di Polito sono assolutamente legittime e opportune e a tratti confermano peraltro che lo stesso Matteo Renzi qualche idea chiara e non vaga su cosa farebbe una volta al governo l’ha gia’ avanzata. Sono legittime le domande ma non convince troppo una prima risposta che arriva da Giuliano da Empoli, gran consigliere di Renzi. No, gentile da Empoli, le idee che vengono dalla rete no. Sono delle boiate pazzesche. Ci e’ cascato perfino il professor Mario Monti, tempo fa, quando ha aperto al web per ottenere suggerimenti sulla spending review. E’ uno stanco rito giovanilista continuare a proclamare l’esistenza di programmi che nascono “dal basso”. Troppo comodo e solo propaganda. Che gli diciamo all’Eurotower, che una determinata cosa la dobbiamo proprio fare perche’ e’ stata molto cliccata? E no, fate un programma che voli alto, solo cosi’ dal basso e dalla rete vi arrivera’ la forza per attuarlo.