Con l’uno, due di oggi – l’intervista di Luca Cordero di Montezemolo e il discorso del presidente Gianfranco Fini all’assemblea dei mille – il Polo Monti si è messo in moto. Fini rimette sul tavolo il suo carisma personale dopo un periodo di sofferenza politica e scarsa attività. Può vantare la primogenitura della sfiducia nel centrodestra che fu, ma dopo il “che fai mi cacci?” non è seguita una vera, grande e duratura iniziativa nazionale, visto che il Fli ha deluso molte aspettative, anche degli stessi fondatori. Per certi versi e’ anche normale e legittimo che Fini riparta da dove lo avevamo lasciato: l’affondo a Silvio Berlusconi. La presa di Fini al nord può ancora essere di un certo peso. Nel centro e nel sud, invece, e’ sicuramente più strutturato il partito di Pierferdinando Casini. Ma stiamo parlando di partiti più o meno tradizionali e già alleati tra loro. E il resto?
Fini lancia l’idea di mettere tutto il variegato mondo del centro in una Lista per l’Italia, una sorta di lista civica nazionale. La descrizione del soggetto elettorale può corrispondere a quella che ha in mente anche Luca Cordero di Montezemolo, che con l’intervista di oggi al Corriere della sera si candida a tenere in politica più o meno lo stesso ruolo che ha alla Ferrari: il capo a bordo pista. Tocca trovare però Alonso o almeno Massa. Non semplice.
Mentezemolo si propone di federare tutte le iniziative simili a Italia Futura – Fermare il declino, Zero positivo, Verso nord, le varie costituenti liberali – e per farlo smussa i toni e cerca di alleviare le differenze tra i vari soggetti. Soprattutto cerca di federare vecchio e nuovo, partiti e associazioni, montiani entusiasti e montiani scettici. L’operazione non è facile ma non è impossibile. Soprattutto l’esperimento di un leader a bordo pista e’ nuovo. Funzionerà? I due ostacoli più seri alla federazione per una Lista per l’Italia sono rappresentati da: il giudizio sul governo Monti (e l’ipotesi di un Monti bis) e la presenza dei partiti tradizionali nella federazione, dell’Udc in particolare. L’interlocutore più tosto da convincere sarà Fermare il declino, il movimento guidato da Oscar Giannino.