Possibile che a destra l’unica notizia sia “l’azzeramento”?

Diciamo che anche dal punto di vista della comunicazione non è certo un bel periodo per il mondo berlusconiano. Non si danno segni di vita da un po' – eppure sarebbe l'ora di dire e agire – semmai qualche scandalo qui e là per la penisola. E ora l'unica cosa che fa notizia è l'operazione "azzeramento" che riguarda il Pdl (e ogni tanto sfiora perfino il Milan). Peraltro, più che un'operazione pare una constatazione. Ma tant'è.

Capite, "azzeramento" – come direbbe Nanni Moretti: le parole sono importanti – questa è la novità. Possibile?

Certo, anche a sinistra qualche scandalo non manca, ma almeno lì qualcosa accade: Matteo Renzi, che dice "rottamazione" non "azzeramento" (le parole sono importanti) e che riempie le piazze in giro per l'Italia, le primarie, l'accordo quasi fatto sulle regole delle primarie, Nicola Zingaretti che si candida alla Regione Lazio, la carta d'intenti di Pierluigi Bersani, il patto neoprogressista con Nichi Vendola, la voglia (e la speranza) di emulare François Hollande, le tregue, i negoziati e poi le liti con Pierferdinando Casini. Insomma, non tutto è bello, ma almeno è vivo. Succede qualcosa (battaglia per la Tobin Tax compresa).

Nel centrodestra? Il silenzio, nessun fatto, qualche restroscena, molti pissi pissi bau bau, tanti caminetti, riunioni su riunioni. Fino a quando può durare il vuoto? Difficile a dirsi, ma anche chi qualcosa deve pur fare, viste le elezioni che si avvicinano, cioè Gianni Alemanno, sindaco in cerca di rielezione a Roma, è costretto a proporre quasi soltanto – indovinate? – "l'azzeramento", cioè niente Pdl alle elezioni nella capitale. Un po' poco. Almeno il professor Giulio Tremonti tenta l'azzardo della sua lista personale contro le liste personali: bevenuta Lista 3L.

Chi nel centrodestra vuole fare qualcosa deve farla e già soltanto facendola avrebbe un qualche successo. Il principio "il primo che fa una cosa vince" oggi è perfettamente applicabile al (fu) Pdl. Ovvio, il problema è che non si muove foglia che Silvio Berlusconi non voglia.

E' naturale che sia così, ma fare qualcosa, per chi milita nel centrodestra, può anche essere un modo per aiutare Berlusconi a uscire dall'apatia. Chi vuole candidarsi deve candidarsi. Chi vuole uscire e fare altro deve farlo. Chi ha un'idea deve dirla. Altrimenti l'azzeramento non sarà soltanto una necessità, un punto di (ri)partenza, ma diventerà una prospettiva, l'unica.