Il presidente Barack Obama ha vinto meglio del previsto. Ha vinto perché è sembrato un presidente ragionevole e pragmatico, come la gestione dell'emergenza Sandy ha dimostrato a poche ore dal voto. Ha vinto perché ha convinto gli indecisi, come la vittoria negli Stati, appunto, indecisi ha dimostrato subito dopo il voto. Gli americani non amano interrompere il lavoro di un presidente dopo un solo mandato: regola confermata. Buon lavoro, dunque, Mr President.
Lo sfidante Mitt Romey ha perso peggio del previsto. Ha perso perché non ha né scaldato (molto) la sua base né convinto gli indecisi (tanti). Non ha scelto fino in fondo né la via del candidato repubblicano moderato né quella dell'affondo duro e netto sulle questioni dell'economia, presentando davvero e con convinzione un'alternativa liberista all'interventismo democratico. Ha scelto come vice Paul Ryan, che un budget alternativo pure ce l'aveva, ma poi lo ha nascosto. O non andava scelto o non andava nascosto.
Per il partito repubblicano non è una sconfitta azzerante, anzi: metà America (quella che vota) vota repubblicano e soprattutto il Gop mantiene la maggioranza alla Camera e così ha in mano buona parte delle scelte dell'agenda fiscale del paese nei prossimi anni.
I repubblicani, però, per tornare a vincere in un paese sempre più multietnico e latino devono rivedere seriamente molte delle loro posizioni più dure in materia di immigrazione.