Come si diceva qualche tempo fa su Twitter, i sospetti e gli ingredienti per dire che ormai le elezioni sono davvero alle porte ci sono tutti; anche se un anno fa non si poteva votare sotto la neve a febbraio, ora pare invece che lo vogliano quasi tutti, votare sotto la neve a febbraio.
In fondo anche Pierluigi Bersani, segretario del Partito democratico, ha un interesse (sottotaciuto) per le elezioni anticipate a febbraio: si voterebbe con il Porcellum, la legge elettorale che in questo momento va meglio al centrosinistra che a tutti gli altri. Anche se dirlo non sta bene, il sospetto è questo.
C'è chi dice che il dinosauro che Silvio Berlusconi potrebbe tirare fuori dal cilindro (parole sue) sia Mario Draghi (Libero), chi dice Marina Berlusconi (Repubblica), chi dice Giampiero Samorì (un po' tutti a fasi alterne). Ma la parola "dinosauro", scelta da un Berlusconi che a volte sa essere molto autoironico, dovrebbe creare un altro sospetto.
Per dire quanto sia chiara la linea berlusconiana del momento, oggi Repubblica a pagina 5 titola: "Berlusconi pronto allo strappo. 'E' questione di vita o di morte e a questo punto mi ricandido" e sempre Repubblica a pagina 10 titola: "Terremoto Pdl, la paura dei colonnelli. 'Silvio vuole lanciare la figlia Marina'". Lui o lei allora? Il sospetto che comunque vada sentiremo ancora il cognome Berlusconi in politica.
Al centro si lavora al "non rifiuto" di designazione a candidato premier del premier Mario Monti. Come un tempo c'era il governo della non sfiducia, il centro che sabato sarà riacceso da Luca Cordero di Montezemolo e Andrea Riccardi punta a convincere il professore a dire qualcosa tipo: "Non posso impedirvi di designarmi candidato premier, anche se non farò campagna elettorale…".
I due più probabili e naturali candidati lombardi, Gabriele Albertini e Umberto Ambrosoli, vivono ore di tensione. Albertini ha visto prima raffreddarsi gli entusiasmi di alcuni centristi in area Udc e Italia Futura, e ha fatto una scelta di campo favorevole a Fermare il declino, il movimento guidato da Oscar Giannino, poi, sempre l'ex sindaco di Milano, ha notato che il Pdl vuole esserci, non defilarsi, al suo fianco (Ignazio Larussa e Maurizio Gasparri si preparano a dirlo forte chiaro nella loro manifestazione milanese di sabato con Angelino Alfano). Se no? Se no, il Popolo della libertà, soprattutto nel caso di Election Day a febbraio, riscopre l'idea originale di rinsaldare il patto elettorale con la Lega sostenendo Roberto Maroni alla guida della Lombardia, come ha spiegato Sandro Bondi a Che tempo che fa lunedì scorso. Dunque ora Albertini si vede costretto a minacciare di andare avanti comunque da solo e di rispedire la tessera del Pdl al mittente. Ah, dunque ha un partito?
Anche dall'altra parte, però, il candidato probabile non è ancora sicuro della sua forza irrestistibile. Ambrosoli continua a dire di voler correre ma senza i partiti, l'espressione "primarie civiche" non chiarisce però la questione, anche se lo stesso Ambrosoli sottolinea che Albertini "mi risulta abbia una tessera di partito in tasca. Io tessere non ne ho". (Paese strano quello in cui ormai per candidarsi bisogna quasi obbligatoriamente NON avere tessere di partito… no?).
Comunque, Ambrosoli è pronto a competere alle primarie senza partiti organizzate da un comitato ovviamente civico, nel frattempo però, tra i tira e i molla, tra i partiti sì e i partiti no, le candidature della ginecologa Alessandra Kustermann (candidatura ufficiale e peraltro precedente a quella di Ambrosoli) e del consigliere lombardo del Pd Giuseppe Civati (candidatura ufficiosa e peraltro sempre imminente ma anche no e magari non in Lombardia ma alla segreteria nazionale) sono tutt'altro che sfumate e indebolite.
Flavio Briatore infine dice al Corriere della sera che Angelino Alfano è l'amministratore delegato del Pdl, Silvio il brand. Tutto giusto, ma il problema oggi è il mercato. Non tanto l'offerta, ma la domanda. Vedremo.