Tempo fa mi capito’ di dover scrivere per la Domenica del Sole 24 Ore un articolo sulla (mancata?) evoluzione della destra italiana. Devo dire: tema quanto mai attuale. In quell’occasione osai mandare una mail al professor Umberto Eco chiedendogli appunto di poterlo chiamare per fargli qualche domanda sull’evoluzione della destra italiana. Mi rispose: “La destra si evolve?”.
Ecco, la domanda torna e ritorna, soprattutto in queste ore: perché l’Italia non riesce ad avere una destra moderna, innovativa, liberale? Tra le tante risposte già date da molti autorevoli osservatori e tra i tanti spunti storici da richiamare, stasera, leggendo un articolo dell’Economist, mi è parso di cogliere una suggestione, una possibile ragione per questa situazione. L’editoriale parla dei quattro nuovi giganti della webeconomy: Apple, Google, Facebook e Amazon. Nel ricordare i rischi di chi è un quasi monopolio e delle guerre tra quasi monopolisti, l’Economist ricorda l’arroganza che contraddistingue spesso i grandi e l’arroganza, rifletto io, spesso porta alla pigrizia, al non riuscire a mantenere il proprio primato e i propri principi stando al passo con i tempi.
In sostanza, se vinci facile non hai motivo di migliorarti, innovarti, evolverti per essere più competitivo (perché non c’è vera competizione). Potrebbe dunque essere che la destra italiana fatica a evolversi perché gli italiani sono in maggioranza di destra. Più o meno basta occupare lo spazio di centrodestra, salvo momenti particolari, per avere buone chance di vincere in Italia, non importa che quello spazio sia occupato in modo innovativo, visto che intanto la maggioranza degli italiani la pensa più o meno così. E vota di conseguenza.
Ancora una volta spunti che vengono dall’analisi economica possono regalare suggestioni per piccole analisi politiche. Comunque, vale la pena leggere quell’articolo dell’Economist e domandarsi ancora: ma la destra si evolve?