Quando parlando alla Camera Pierferdinando Casini, leader dell’Udc, ha detto che il sostegno al governo Monti sarà una pregiudiziale nel dialogo tra chiunque e la sua parte politica, e’ stato interpretato come un messaggio di ulteriore apertura all’alleanza con il Partito democratico di Pier Luigi Bersani. In realtà – anche visto il fatto che lo stesso Bersani e’ stato tra i primi a escludere l’ipotesi del Monti bis, per legittime e ovvie aspirazioni personali – Casini, oltre che al Pd, si rivolgeva a quelle componenti del centrodestra che vorrebbero essere montiane e alcune già lo sono. Il problema ovviamente non è nemmeno tanto la durata del governo, che comunque era ormai alla fine, visto l’imminente termine naturale della legislatura, il problema e’ l’atteggiamento che si intende tenere anche in campagna elettorale rispetto a una fase di rigore e verità sulla e nella crisi, rispetto agli impegni presi con l’Europa e rispetto a un’agenda di riforme che più che promesse poco credibili contempla ancora sacrifici e sforzi da fare.
Intanto, da un punto di vista della comunicazione, per ora la ridiscesa in corsa di Silvio Berlusconi non è stata proprio gestita al meglio: avrà la colpa di aver fatto saltare la riforma elettorale, quando sotto sotto era soprattutto il centrosinistra a voler tenere il Porcellum; la coincidenza con il provvedimento sull’incandidabilita’ e con l’annuncio del ministro Corrado Passera sull’asta per le frequenze tv e’ stata notata; l’aura del vecchio leader piu’ solo di un tempo cui quasi nessuno oggi ha il coraggio di dire “no” pur di salvare il proprio seggio, in attesa poi di farlo, cioe’ di iniziare a dire “no”, il giorno dopo le elezioni o non appena perso il posto buono in lista, beh quell’aura non certo di speranza ed entusiasmo e’ difficile da far dimenticare. Forse, dal suo personale punto di vista, politicamente Berlusconi ormai non poteva fare altro, certo tatticamente poteva far di meglio, soprattutto visto che, come ha ricordato questa sera Lilli Gruber a Otto e mezzo, fino a due mesi fa lo stesso Berlusconi non escludeva che Monti potesse diventare il leader dei moderati, lo stesso Monti che oggi è quello che ha sbagliato tutto o quasi.
Per non parlare ovviamente del bene del paese e del futuro di una destra moderna e liberale. Vedremo. Vedremo soprattutto che cosa farà Mario Monti, che finora ha sempre scelto soltanto la strada dell’ironia, anche nei confronti del Re Sole, finora.