Pochi ne parlano, ma in realta’ molti ne parlano. L’ultimo giorno del 2012 Oscar Giannino, giornalista, economista, giurista, amante della musica, esperto di cose militari, occidentale convinto e atlantico appassionato, e altro ancora, in una parola “analista” (e polemista) ben noto agli ascoltatori di Radio 24 e a chi scrive (sono stato quasi suo vicino di banco in redazione al Foglio), beh, Giannino e’ sbarcato su Twitter e con un’intervista sul Corriere della sera in sostanza ha detto: abbiamo scritto una lettera aperta a Mario Monti, ma non ci ha risposto, dunque la sfida elettorale la affrontiamo da soli, se va bene bene, se no avremo fatto una battaglia di testimonianza.
Schietto come quando dice (e ogni tanto proclama): “Stato ladro”, Giannino pero’ sa che Fermare il declino, movimento che si sta trasformando in partito e in lista elettorale con il nome di “Fare”, ha gia’ fatto qualcosa per smuovere piu’ di qualcosa. Intanto ha raccontato e sta raccontando una storia che in pochi mesi, tre-quattro, ha gia’ raccolto ormai circa 50.000 sostenitori, candidati in tutta Italia per le politiche e le regionali, e chiunque conosce almeno una persona che si sta attivando “con Giannino”, che ha riempito il Teatro Dal Verme di Milano, solo per fare un esempio. Fermare il declino ha presentato un programma dettagliato in dieci punti, proposte, ha lanciato un manifesto sottoscritto da professori, imprenditori, professionisti, insomma cittadini, creato un linguaggio condiviso spigliato e accattivante, con tanto di hashtag giusti al momento giusto, anche e soprattutto per allontanare da se’ l’immagine del partito dei professori: basta guardare il sito del movimento e Twitter per accorgersi della capacita’ multimediale della suddetta squadra. Eppure in questa immagine, quella del partito dei professori, c’e’ anche del vero, ma in tempi di crisi non e’ un’immagine polverosa, semmai e’ rassicurante, anche se puo’ costituire un rischio in termini di raccolta del consenso elettorale. (Ricorda qualcuno?)
Del resto Fermare il declino si propone di colpire nel segno dei temi su cui quasi tutti gli altri partiti preferiscono restare sulle generali in campagna elettorale: taglio della spesa, drastica riduzione del debito pubblico in tempi certi e rapidi, meno tasse, meritocrazia, welfare rinnovato. Per essere precisi un po’ prof bisogna essere, dunque ecco Michele Boldrin, Luigi Zingales, e ancora Alessandro De Nicola, Carlo Stagnaro e altri ancora. Sono accomunati da idee liberiste, seppur con sfumature diverse e comunque calate nella realta’ italiana studiata anche dall’estero, e da una certa voglia di “purezza”, cioe’ di alternativa netta alle forze politiche che ci sono o ci sono state, una “purezza” fortemente voluta – basta con i politici che ci hanno ridotto cosi’, e’ il mantra – che fa scorgere alcune venature che qualcuno potrebbe definire “un po’ giacobine” del movimento, ma allo stesso tempo gli dona anche la forza della novita’ e della voglia di tentare l’impresa, senza badare troppo a compromessi e ostacoli e calcoli. E di impresa certamente si tratta, vista la legge elettorale, le firme da raccogliere, i media in genere tripolarizzati come l’attuale scenario politico, eccetera.
Manifesto, agenda, movimento, lista, Twitter. Ricorda qualcuno? Ecco, appunto, fin dalla nascita del movimento Fermare il declino il rapporto con Monti (e con il movimento di Luca Cordero di Montezemolo, Italia Futura) e’ stato ed e’ il tema dei temi, il dilemma e anche l’argomento di discussione interna. Da una parte Giannino e soci riconoscono a Monti il merito della riconquistata credibilita’ internazionale dell’Italia, ma dall’altro giudicano insufficiente l’operato del governo sul fronte della crescita, del fisco, delle imprese. (Inoltre c’e’ stata e c’e’, ovviamente, da parte del movimento l’attenzione rivolta alla battaglia di Matteo Renzi nel Pd e ai suoi sostenitori, vedi l’offerta di ospitalita’ rivolta a Pietro Ichino prima che il professore lavorista scegliesse la lista Monti, e una certa qual attrazione verso e per il mondo radical-pannelliano).
E allora che fare? Duri, puri e soli alle elezioni? O meglio insieme alle forze dell’Agenda Monti, ammesso e non concesso che le forze dell’Agenda Monti vogliano accogliere e/o allearsi con Fare per Fermare il declino?
Scrive @aledenicola su Twitter: “Meglio insieme ma non ad ogni costo. Fin troppo abbiam vissuto di compromessi…”.
Ma non si somigliano il manifesto e il programma di Fermare il declino e l’Agenda Monti?
Ribatte @micheleboldrin sempre su Twitter: “+o- tanto quanto una grande opera ed una sua imitazione scolorita ed informe”.
E anche se qualche dialogo pare ci sia tra Fare e i sostenitori dell’Agenda Monti, l’account Twitter del movimento sancisce netto: “Andiamo avanti con coerenza per la nostra strada, Fare, del resto, ha sempre detto di puntare su persone nuove. No accordi di comodo, punto!”. Giannino gode di una notorieta’ non indifferente ed e’ probabile che Fermare il declino sia sottovalutato nei sondaggi, la storia comunque c’e’ e, prof o no, la stanno raccontando o almeno ci provano.