Al di là dei sondaggi, ecco in che costa stanno fallendo i principali leader in gara:
Pier Luigi Bersani sta fallendo nell'intento di dettare l'agenda, da favorito in campo, anche se il fatto di dire il meno possibile, soprattutto di alzare il meno possibile la voce e di non proporre concetti e idee che possono dividere, potrebbe essere una strategia studiata e ben ponderata. L'altro fronte su cui Bersani sta fallendo è il tentativo di trasformare il voto in un referendum sanzionatorio sull'esperienza del governo di Silvio Berlusconi, cioè il tentativo di ridurre il tutto a "noi contro Berlusconi e basta". Insomma, Mario Monti c'è e, anche se i sondaggi non sembrano dargli ragione del tutto, tiene la scena.
Silvio Berlusconi sta fallendo nell'intento di far apparire soltanto come un piccolo e marginale partito quello che lui stesso interpreta come uno schieramento che in nuce è un altro centrodestra possibile, cioè il cosidetto centro montiano. Da qui la lite con il Partito popolare europeo, visto che in Italia ci sono – caso alquanto strano – due partiti popolari italiani (il Pdl e la Scelta civica per Monti) in netta concorrenza tra loro.
Mario Monti sta fallendo nell'intento di far apparire davvero e del tutto nuova e alternativa alla tradizionale politica italiana la coalizione di cui è la guida indiscussa. La forza di Monti poteva essere ed è tale da imporre cambiamenti ben maggiori rispetto a quelli attuati tra Udc, Fli, Italia Futura e lista civica nazionale. Di qui la delusione di una parte del centro montiano, espressa giorni fa dal ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera.
Beppe Grillo sta fallendo nel copione che si era prefissato: noi soli e duri e puri contro tutti. Alcune sue straordinarie tecniche e doti di comunicazione sono sempre più lette per quello che sono: straordinarie tecniche e doti di comunicazione, proprie peraltro della sua professione. Sta fallendo, in sostanza, nell'idea di dipingere il proprio movimento come l'irresistibile tsunami destinato a spazzare via tutto o quasi con una vittoria scandalosa ed eclatante. E' un po' come se il successo siciliano avesse segnato l'inizio di una strisciante forma di normalizzazione, nonostante tutto.
Antonio Ingroia sta fallendo nell'intento di avere attorno a sé l'allure dell'ultima grande novità, mentre Nichi Vendola per ora sta fallendo nel progetto di costruire una forte presenza a sinistra della sinistra. Le due difficoltà sembrano facce di una stretta medaglia. Il voto utile accentra le attenzioni e il ruolo da junior partner è un duro lavoro, sia che di alleanza o di ipotesi di desistenza si tratti.
Oscar Giannino sta fallendo nell'intento di fare una chiara e netta battaglia sui programmi economici basata sulla concretezza delle proposte. Certo, molti partiti e leader fuggono dalla discussione delle cose, ma resta la difficoltà. Forse – è un'opinione diffusa sulla rete – forse questo obiettivo era più a portata di mano con Fare per Fermare il declino all'interno di un'alleanza piuttosto che in campagna solitaria.