Sul sito della lista radicale Amnistia, Giustizia e Libertà, appena lo si apre, compaiono una fotografia grande e un video con Emma Bonino. La stessa Bonino, però, è stata particolarmente defilata in questa gara elettorale – una missione quasi impossibile – del mondo pannellian-radicale. Perché?
Per Bonino questa è la campagna elettorale perfetta (questa volta): non apparire troppo, ma restare sullo sfondo di ogni possibile sviluppo futuro.
La leader radicale ha infatti numeri e doti per essere un perfetto ministro di un eventuale, futuro governo di centrosinistra o di centro-centrosinistra e il suo nome circola addirittura per la presidenza della Repubblica. Lo ha pronunciato in proposito anche il premier Mario Monti con cui Bonino ha in comune un passato alla Bocconi (lei come studentessa) e alla Commissione europea.
Ma perché queste doti possano essere (ri)valorizzate dopo il voto a Bonino conviene non apparire troppo, far trapelare il suo forte dissenso nelle ore dell'ipotesi di accordo tecnico in Lazio tra i radicali e il candidato del centrodestra Francesco Storace e attendere l'esito delle elezioni.
L'esito per i radicali rischia di essere molto duro, probabilmente perfino esiziale dal punto di vista della loro presenza nelle istituzioni, come ricorda spesso Marco Pannella. Per i radicali, appunto, non per Emma Bonino.