Il piano A di Pier Luigi Bersani: governo di più o meno minoranza sostenuto da Pd, Sel, montiani, vari dissidenti di vari partiti, gruppi neonati di "responsabili" di centrodestra, leghisti compresi.
Il piano B di Bersani: elezioni il prima possibile senza primarie perché se le elezioni sono il prima possibile non c'è il tempo.
Il piano A di Silvio Berlusconi: governo della "concordia", cioè intesa con il Pd, con scelta comune del successore di Giorgio Napolitano alla presidenza della Repubblica.
Il piano B di Berlusconi: sostegno pilotato di un gruppo di "responsabili" del centrodestra al tentativo Bersani in cambio di una scelta comune del successore di Giorgio Napolitano alla presidenza della Repubblica.
Il piano A di Beppe Grillo: opposizione all'inciucio.
Il piano B di Grillo: opposizione a qualunque governo comunque definito inciucio.
Il piano A di Roberto Maroni: decidere con Berlusconi, per preservare i governi delle regioni del nord, ma sperare che la legislatura parta.
Il piano B di Maroni: decidere con Berlusconi di e come andare al voto.
Il piano A di Nichi Vendola: sostenere il governo di più o meno minoranza di Bersani e avviare il processo di fusione tra Pd e Sel.
Il piano B di Vendola: decidere con Bersani di e come andare al voto.
Il piano A di Mario Monti: ritagliarsi un ruolo di mediazione nella creazione di un governo di più o meno larghe intese, designando un suo esponente forte in qualche ministero forte o avendo un proprio esponente come seconda carica dello Stato qualora Piero Grasso fosse chiamato ad altri impegni.
Il piano B di Monti: trovare un modo per far sopravvivere Scelta civica, senza troppo caos.
Ma soprattutto
Il piano A di Giorgio Napolitano: un governo con una solida maggioranza.
Il piano B di Napolitano: un governo del presidente per fare due cose, tra cui la riforma della legge elettorale, e andare al voto.
Dimenticato qualcuno?