Perché gli serve tornare a Forza Italia, quando sa bene che dal punto di vista della comunicazione rifare vent’anni dopo quello che si è fatto vent’anni prima corre il rischio di passare per un’ammissione di (ventennale) fallimento?
Perché Silvio Berlusconi, mentre fa dichiarazioni rassicuranti sulla tenuta del governo, vuole comunque tenere aperta anche l’ipotesi (minaccia) delle elezioni imminenti. E un partito quando e perché lo si lancia o rilancia? Quando o perché si sta per andare alle urne.
Ma non è detto che sia per le Politiche, nel 2014 ci sono le Europee. Ecco, questa è la seconda ragione: il nome Forza Italia è perfetto dal punto di vista del Cav. per una campagna elettorale all’insegna delle rivendicazioni nazionali di fronte all’Europa raccontata come succube della Germania e piena soltanto di vincoli e rigidità che fanno male al nostro paese. Dunque “Forza Italia, ribellati”: sarà il filo rosso della campagna elettorale berlusconiana per le Europee e se del caso per le Politiche.
C’è poi sempre la terza e sempreverde ragione: lanciare novità come diversivo rispetto a una realtà fatta molto di cronache giudiziarie. Ogni volta che Berlusconi si sente “braccato” scende o ridiscende in campo.
Così, mentre l’ex premier fa il suo predellino al contrario in prima serata in tv, nel Pd ci si divide alla grande in piccoli gruppi (in questo sì la sinistra sembra proprio come i liberali: se sono in quattro, le correnti sono almeno cinque) e soprattutto su temi fondamentali per il paese come le regole del congresso. Il bipolarismo delle debolezze.