Silvio Berlusconi è alla disperata ricerca di una storia da raccontare. Al netto delle vicende giudiziarie, è questo il suo grande cruccio del momento. E' lì che si domanda: che cosa racconto agli italiani? Berlusconi è un uomo di televisione e comunicazione, anche per questo sa che in politica, come direbbe pure Nichi Vendola, la narrazione, se non è tutto, è comunque molto. Da qui l'idea di rispolverare Forza Italia: del resto anche al cinema ogni tanto i remake hanno successo. Da qui l'idea di una nuova sede, come un nuovo palcoscenico, una nuova ambientazione.
Berlusconi non è affatto convinto che possa bastare, come storia politica per sé e il suo movimento, l'idea di un leader ancora abbastanza amato (e votato), sebbene escluso per ragioni giudiziarie dalla vita politico-parlamentare.
A Berlusconi può anche piacere, a tratti, la tattica della vittima, sebbene ovviamente preferisca quella del vincitore pluridecorato che scalza uno via l'altro tutti i leader dello schieramento avverso, ma vuole poterla attuare in campo, in prima persona, in prima linea. Non accetta l'idea di essere ai bordi della partita.
Dunque cerca disperatamente un'altra storia. E l'altra storia per lui sarebbe naturale – l'ha già in parte romanzata Giuliano Ferrara sul Foglio quotidiano – la nuova storia sarebbe infatti quella del passaggio di testimone da un Berlusconi a una Berlusconi, da un padre molto discusso a una figlia pugnace e combattiva, anche nella difesa del padre e del buon nome di famiglia e di impresa.
Marina Berlusconi continua a dire di no: vuole restare essenzialmente una donna d'impresa. Ma l'idea di fondo resta, anche perché perfino i ripetuti "no" potrebbero essere agli occhi degli italiani parte della storia che si va berlusconianamente raccontando. Vedremo. Intanto storia cercasi.