Silvio Berlusconi muore dalla voglia di sostenere il governo Renzi ma non lo sosterrà; il Nuovo centrodestra non ha nessuna voglia di sostenere il governo Renzi ma lo sosterrà. Ed è così che in realtà sta nascendo un governo nei fatti "monocolore renziano" perché si regge sulla sfida di Matteo Renzi e su un mare di parlamentari e isolotti di partiti che non vogliono andare alle urne.
Le forze che sostengono Renzi, minoranza Pd compresa e Nuovo centrodestra in testa, nella sostanza sono obbligate a sostenerlo ma sanno che se va male a rimetterci la ghirba politica è soprattutto (e solo) il sindaco di Firenze e il suo gruppo (oltre al paese, ma questo è altro discorso). Chi invece non lo sosterrà ufficialmente, cioè Silvio Berlusconi, vorrebbe tanto sostenerlo.
Dunque, in estrema e brutale sintesi, sta nascendo un monocolore renziano con l'appoggio esterno berlusconiano. Anche per questo la lista dei ministri, nella testa di Renzi, conta fino a un certo punto. Perché il ritorno della politica è incarnato da lui stesso e perché siccome a giocarsi il tesoro politico è sopratutto e forse soltanto lui (oltre al paese, ma questo è altro discorso), il presidente incaricato è soprattutto interessato al fatto che i ministri siano della partita davvero, credano nella sfida e non creino subgoverni.
Così Renzi al governo prova a fare le riforme economiche con la maggioranza degli alleati obbligati e lo stesso Renzi in Parlamento prova a fare le riforme istituzionali con l'alleato sotto certi aspetti naturale, Berlusconi.
Ps. a proposito di Berlusconi. L'ex presidente del Consiglio ha sempre dato il suo meglio fuori da Palazzo Chigi. Ora sembra di capire che ancora meglio sa giocare fuori dal Parlamento. Del resto, da uomo non interno alle istituzioni e alla politica, da outsider, ha costruito il suo successo poi confluito anche all'interno delle istituzioni e della politica. Forse questo involontario e per lui doloroso ritorno alle origini è il suo (più o meno) lieto fine.