Insomma, mettiamola così, Matteo Renzi se la gioca a mani nude e più o meno in solitudine, con al fianco il fidato ed esperto Graziano Delrio (occhio che il suo ruolo sarà decisivo). Come ha detto il presidente Napolitano: "C'è l'impronta di Renzi".
D'accordo, non è il migliore dei governi renziani possibili. Certo, all'Economia fa un ministro di provata credibilità internazionale e di peso come Pier Carlo Padoan. Ovviamente Renzi non poteva scegliere i ministri delle altre forze politiche. Però alla fine il messaggio che questo governa manda è il seguente: Renzi scommette sulla forza politica di Renzi, rassicura Europa e mercati (oltre al Quirinale) con un ministro tosto all'Economia, concede al Nuovo centrodestra Angelino Alfano all'Interno ma togliendogli la carica di vicepremier fa capire che questo è il governo Renzi. Punto.
Se la gioca e se la rischia in proprio, con lo spirito dei sindaci, con l'immagine di giovinezza, con l'affermazione di pari opportunità tra ministri donne e ministri uomini, con un ritratto generale del governo molto più che con ministri importanti e forti, perché la sfida del governo delle cose e delle riforme per Matteo Renzi ha un nome e un cognome, Matteo Renzi, che come ha detto in conferenza stampa, vuole soprattutto non perdere la faccia, più che stare attento a non compromettere una carriera politica.
Il coraggio c'è stato, nelle condizioni date. Il governo c'è, nelle condizioni date. Ora i fatti. Presto che è tardi.