“Un’ora di lezione può cambiare una vita, imprimere al destino un’altra direzione, sancire per sempre quella che si era solo debolmente già abbozzata. Tutti abbiamo fatto esperienza di cosa può essere un’ora di lezione: visitare un altro luogo, un altro mondo, essere trasportati, catapultati in un altrove, incontrare l’inatteso, la meraviglia, l’inedito”. Massimo Recalcati, psicanalista e scrittore, lo scrive e lo racconta nel suo ultimo libro (L’ora di lezione – Per un’erotica dell’insegnamento, 153 pagine, Einaudi) e io, come tanti, penso di averlo provato, vissuto, magari perfino capito. Ci sono insegnanti che ti restano dentro per tutta la vita perché non hanno avuto la pretesa di entrarti dentro subito e in modo invasivo, perché non hanno scelto di occupare il tuo spazio con nozioni e cose, ma anzi hanno voluto creare lo spazio per liberare l’amore delle idee (le tue) e per aprire le finestre dalle quali far entrare le occasioni, le passioni e la cultura. Che non ci vada la virgola tra soggetto e verbo non è soprattutto una regola, è musica, cioè una cosa che si ama (più che una cosa che si sa). Insegnare è amare e amare è rendere liberi, liberi di amare. Anche la scuola. Da leggere.
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