L’allora leader del Pasok George Papandreou, all’inizio del dramma eurogreco, aveva proposto un referendum sul piano di austerità e dintorni. Fu sbertucciato e isolato ed esecrato, e chi ne ha più ne metta in politichese e in politicamente corretto. Oggi, uscendo dal Pasok e fondando un nuovo “Movimento per il cambiamento”, è visto come l’ancora di salvezza dell’Europa spaventata dai populismi di destra e di manca, perché avendo allora proposto quel referendum da (quasi) tutti esecrato oggi può attirare qualche voto socialista prima che venga definitivamente catturato da Syriza, il partito a sinistra (anti rigore) del Pasok. Sì, perché sottraendo un po’ di voti al partito di Tsipras potrebbe evitare una maggioranza dichiaratamente anti euro. Non è paradossale? Il Papandreou accusato allora di voler far saltare l’Europa dando la parola ai greci ora può salvare l’Europa proprio perché allora aveva proposto di dare la parola ai greci.
La lezione (paradossale ma anche no) è che, se si vogliono evitare i populismi, spesso e volentieri conviene avere fiducia nel popolo degli elettori, dandogli la parola prima che tutto finisca a male parole.