Fossi candidato sindaco, sceglierei il seguente slogan per la campagna elettorale: “Fiumi di soldi e soldi per i fiumi”. Milano non ha tabù da rottamare, non perché sia perfetta ma perché non si crea tabù. E’ la città più opportunista che ci sia e la seconda provincia in Italia per qualità della vita nella classifica del Sole 24 Ore. Non ha tabù da abbattere perché non si fa scrupoli ad abbatterli appena serve: da socialista a leghista, da managerial-albertiniana a social-pisapiana, da martiniana a scolastica, sempre ambrosiana. Milano può però contribuire ad abbattere un tabù nazionale: basta sparlare della finanza. C’è del marcio, come dappertutto. Ma negli ultimi anni, oltre che con l’antipolitica, si è esagerato con l’antifinanza, sollevando polveroni che non hanno aiutato a trovare i colpevoli e a risolvere problemi concreti e bachi etici della finanza, il peggior sistema di circolazione delle risorse eccezion fatta per tutti gli altri. Dirlo ai tempi dell’Etruria è arduo, ma Milano ha forza e cv per ribadire che sì ci sono stati i titoli derivati e le obbligazioni subordinate, ma la finanza resta uno strumento utile alla crescita. Che cosa c’è di più bello e di più expomilanese che scommettere sul successo delle idee? Questo fa la finanza. Milano può sorridere del dito di Cattelan a Piazza Affari, ma deve ritrovare l’orgoglio di dirsi capitale della finanza europea. E allora perché non pensare a una sorta di Stati generali della nuova finanza europea a Milano? Perché non nell’area che fu Expo e sarà polo della ricerca? Ricerca e tecnologia, che poi vuol dire start-up, innovazione, ripresa, cure intensive contro la stagnazione secolare. Che cosa serve per fare tutto ciò? Il capitale umano e il capitale. FI-NAN-ZA.
Ps. Noi milanesi ci abbiamo preso gusto con le questioni urbanistico-paesaggistiche: dopo i grattacieli, vogliamo l’acqua. Milano è città che sui fiumi ha costruito cattedrali: dopo gli attributi, tiri fuori i Navigli. Riapriamoli, come vuole un movimento di opinione che dà battaglia. Buttiamo giù il tabù, tiriamo su i cento corsi d’acqua. Qui tutto scorre, se scorre in superficie è più bello. E per ridurre traffico e smog, “è più bello un fiume di una tassa”. Ho cambiato idea, questo è lo slogan. (testo raccolto dal Foglio)
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