Oggi è il D-Day, il “win win game” di Renzi

Renzi-napoli-258x258Quindi oggi è il giorno o della tempesta perfetta – tra Imu e Italicum – o della pace dei sensi elettorali. O cade tutto o tutto andrà avanti per un altro bel po'. Dunque Matteo Renzi ha posto il sistema politico di fronte a un "o la va o la spacca" che dal suo punto di vista può essere un "win win game". Se trova l'accordo sulla legge elettorale, avvia il processo delle riforme e fa quello che può fare nel ruolo in cui si trova, quello del leader del principale partito nel Paese e nel Parlamento. E in effetti le riforme istituzionali le attendiamo da anni…

Se non trova l'accordo sull'Italicum, magari tra le scosse alla casa per via dell'Imu, salta il banco e dunque forse ottiene le elezioni, magari dopo il breve tempo di un governo di scopo per fare solo e velocemente la legge elettorale.

Ammesso che poi ai partiti non convenga andare a votare con la legge elettorale come riscritta dalla consulta, ovvero quel proporzionale che potrebbe far comodo a Silvio Berlusconi, a Beppe Grillo, ad Angelino Alfano, a Nichi Vendola, a Matteo Salvini e alle altre varie forze più piccole.

Si dirà: ma a Matteo Renzi non conviene andare a votare con il proporzionale puro. Vero, meglio appunto – per lui – andare a Palazzo Chigi sull'onda di una vittoria elettorale maggioritaria perché soltanto così si ha la garanzia di poter fare quelle riforme di cui il Paese ormai ha bisogno come l'aria.

Però però, l'inerzia vincente di Renzi è già stata messa alla prova da molti eventi che avrebbero dovuta fermarla. E non si è fermata. Dunque?